Risorgiamo nella gioia

Il messaggio per la Pasqua del Consiglio ecumenico delle chiese

 

Cristo è risorto e la vita è liberata!

“Crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo… che è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture.”  (Credo di Nicea)

 

Cristiani , risorgete nella gioia! Il Signore è risorto e tutta la creazione è liberata per una nuova vitalità.

 

La gloria del Signore infonde nelle nostre vite e nel nostro mondo un profondo senso di sollievo e speranza. La risurrezione di Cristo non solo giustifica la vita e la sofferenza di Gesù, ma conferma anche il suo vangelo di giustizia e pace, solleva il nostro spirito e accende in noi la ferma speranza che – nonostante le enormi sfide e le incertezze che tutti affrontiamo – Dio è all’opera per rinnovare il mondo e per garantire che la vita trionfi sulla morte, il bene sul male e la luce sulle tenebre.

 “Abbiamo visto il Signore!” La testimonianza delle donne e degli altri discepoli a lui più intimi della presenza di Gesù dopo la sua morte ignominiosa fonda la nostra fede nella sua continua presenza redentrice tra noi, che guarisce il mondo, solleva gli abbattuti e abbraccia tutta la creazione nella gioia.

 

Ora lo sappiamo: Dio è per noi, sempre creatore e sostenitore della vita. Dio è con noi, sempre guaritore e redentore nostro e di tutta la creazione. E Dio è in noi, sempre presente e ci invita alla trasformazione personale e sociale e alla Nuova Creazione di Dio.

Come vide Atanasio, il campione del Credo niceno (di cui celebriamo quest’anno il 1700° anniversario), la Resurrezione di Cristo comportò “un paradosso meraviglioso e potente… perché la morte che pensavano di infliggergli come disonore e vergogna è diventata il glorioso monumento alla sconfitta della morte” Sull’Incarnazione , 24.4).  

 

In questo “paradosso meraviglioso e potente” risiede il mistero fondante della nostra redenzione. L’amore sovrabbondante di Cristo e la sua dedizione redimono la nostra condizione umana e ci offrono una nuova storia da vivere e da raccontare: come seguaci di Cristo, siamo risorti con Lui a nuova vita e a nuove possibilità attraverso l’amore che si dona. Nulla conta di più per noi e per il mondo.

 

Sappiamo che questo mondo non è in pace. Conflitti e guerre tra le nazioni, tensioni tra i popoli e violenza contro i deboli stanno crescendo. Il mondo non è riconciliato, e ci si chiede se ci stia anche solo provando. Eppure, abbracciando la fede nel Signore Risorto, percepiamo che è proprio in quei momenti in cui la speranza sembra perduta, quando la disunità appare vittoriosa, quando l’ingiustizia sembra regnare e quando la vita sembra consegnata alla morte, che ci viene incontro il mistero di Cristo. Questo meraviglioso e potente paradosso ci fa vedere con i nostri occhi e testimoniare al mondo una speranza e un amore vivificanti proprio quando sembrano perduti.

 

In questo Anno Ecumenico Speciale, celebriamo anniversari importanti per la Chiesa – come quello del Concilio di Nicea (325) e il centenario della Conferenza di Stoccolma (1925) – e per coincidenza tutti i cristiani celebreranno la Pasqua lo stesso giorno. Non potrebbe essere sempre così, con una festa comune della Pasqua, cuore della nostra fede condivisa?  Sarebbe un segno profondo di riconciliazione e un’espressione tangibile dell’unità per cui Cristo ha pregato. Stimolerebbe anche una testimonianza più comune: dire la verità al potere e impegnarsi in un’azione comune per la giustizia, la pace e la riconciliazione, animati dalla promessa: «Se siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con una risurrezione simile alla sua» (Romani 6:5).

 

In un mondo in cui la disperazione spesso sembra più forte della speranza e la frammentazione è più visibile della comunione, la Chiesa non è chiamata a ritirarsi, ma a testimoniare con coraggio, gioia e unità. Proclamare la risurrezione significa resistere al potere della morte. Credere in Cristo Risorto significa offrire una speranza viva: una speranza non differita, ma presente, attiva e operante nelle nostre vite, nelle nostre azioni e nel nostro mondo. Una speranza che entra nelle sofferenze del mondo con mani pronte a guarire e cuori pronti a perdonare.

 

Andiamo dunque avanti come testimoni della risurrezione, non solo a parole, ma con la vita. Seminiamo segni di primavera anche in inverno. Camminiamo con Cristo Risorto e gli uni con gli altri, abbracciando il nostro tempo e lavorando verso il giorno in cui tutti saranno veramente una cosa sola nel Signore. Perché Cristo è risorto! È risorto davvero! 

 

 

Rev. Prof. Dr. Jerry Pillay , Segretario Generale del Cec
Vescovo Dr. Heinrich Bedford-Strohm, Moderatore, Comitato Centrale Cec

 

 

Photo: Albin Hillert/WCC