
L’impegno alla riconciliazione
Un giorno una parola – commento a II Corinzi 5, 19
Sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace
Isaia 9, 5
Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione
II Corinzi 5, 19
In più di un’occasione, partendo da Cristo, l’apostolo Paolo affronta il tema della riconciliazione: è per mezzo di Cristo che abbiamo pace con Dio (cfr. Romani 5, 1). Questa pace è un elemento trasformante e ci rende nuove creature: per noi tutto diventerà nuovo, perché nella vita del credente non ci può essere spazio per “l’uomo vecchio” (Ef. 4, 22).
Nella nostra dimensione di nuove creature, nella certezza di essere oggetto dell’amore di Dio, bisogna tendere alla perfezione d’amore di Dio Padre (cfr. Mt 5, 48), un amore che non conosce distinzioni e che ci fa liberi di accostarci al Padre, che ci fa vivere in pace con noi stessi superando le nostre insoddisfazioni, le nostre passioni, le nostre insofferenze.
Una volta realizzato ciò, potremo aprirci alla riconciliazione verso gli altri, adoperandoci per la pace ed il bene comune. Dunque, l’impegno alla riconciliazione universale coinvolge tutti e tutte noi come singoli e chiese.
Purtroppo, spesso, cadiamo nell’errore di identificarci nelle nostre piccole o grandi comunità di fede, ma la chiesa di Dio, quella che Lui conosce, la sua sposa (cfr. Ap. 21, 2; 9;17), ha un respiro cosmico e tutti e tutte noi siamo chiamati ad essere protagonisti del grandioso progetto di salvezza voluto dal Signore stesso, nell’essere ambasciatori di Dio, ambasciatori d’Amore e di pace per realizzare una società giusta in cui ognuno possa vivere la propria vita con dignità e senza affanni. Amen.