La “follia” di Dio

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 1, 20

 

I saggi saranno confusi, saranno costernati, saranno presi; ecco, hanno rigettato la parola del Signore? Quale saggezza possono avere?

Geremia 8, 9

 

Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba? Dov’è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza del mondo?

I Corinzi 1, 20

La Scrittura afferma che “Quel che fa ricchi è la benedizione del Signore” (Proverbi 10, 22a). Nell’oggi, attraverso una lettura fondamentalista, in questa società in cui (purtroppo) vige la regola del più forte, si è fatta strada la fuorviante idea che il possesso di ricchezze materiali, della potenza delle armi, dell’opulenza ostentata, sia indice di avere Dio dalla propria parte (teologia della prosperità).

 

Credo sia superfluo considerare quanto queste posizioni siano in netto contrasto col vangelo della grazia, quel vangelo che ci pone tutti e tutte sullo stesso piano rispetto alla misericordia del Padre “che fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5, 45).

 

Quello stesso Vangelo ci ricorda come il Cristo sia venuto per soccorrere gli ultimi, sia nello spirito che nella carne.

Quel vangelo, ancora, ci ricorda che l’eredità di Cristo sono i poveri (cfr. Gv. 12, 8), e povero non è solo colui che manca dei beni materiali, ma è anche chi cerca consiglio, chi chiede conforto, sostegno, ascolto. Il nostro impegno di credenti deve essere rivolto a sopperire a tali bisogni.

Questa è la “follia di Dio” che scompagina i piani di questi nuovi potenti idolatri pieni solo di se stessi.

Questa è “la follia di Dio” che è di gran lunga molto più savia della sapienza del mondo. È quella stessa follia che faceva dire al profeta Gioele: «Dica il debole: “Sono forte!”» (Gioele 3, 10c). Sì, forte… perché ha Dio dalla sua parte.

 

Amen.