
“Le Dissonanze”, le poesie di Edith Bruck
Le emozioni nell’ultima raccolta poetica della scrittrice italo-ungherese
“Le Dissonanze”, ultima raccolta di poesie di Edith Bruck, è un’opera che colpisce profondamente per la sua intensità emotiva e la sua complessità tematica. Come suggerisce il titolo, i versi di Bruck si muovono tra armonie e dissonanze, riflettendo le esperienze di una vita segnata da affetti strappati e dolori ineludibili. In un mondo dove l’armonia sembra spesso sfuggente, Le dissonanze si propone di esplorare le note più imperfette e le sfumature più audaci dell’animo umano. Come in una composizione musicale, dove le dissonanze possono creare tensione e profondità, così le parole di questa raccolta poetica si intrecciano per dar voce a emozioni complesse e a esperienze che, pur nella loro imperfezione, ci invitano a riflettere.
La raccolta poetica, pubblicata nel gennaio 2025 in Francia col titolo Les dissonances per l’editore Rivages a traduzione di René de Ceccatty, nell’edizione italiana è arricchita dalla prefazione della prof.ssa Michela Meschini e si compone di nuove tessere nel mosaico della narrazione in versi, cui la Bruck ci ha abituati, attraverso la costruzione di un’estetica che si nutre di impegno e di denuncia sociale.
Nella prima parte della raccolta, l’autrice affronta temi a lei cari, come gli affetti familiari e le cicatrici lasciate dall’odio antisemita durante la Seconda Guerra Mondiale. La poesia “Amato fratello” è un esempio toccante di questo dolore, un omaggio al fratello sopravvissuto che ha scelto il silenzio come forma di resistenza al trauma:
“(…) Dopo un silenzio infinito,
Con le parole dosate
Come fossero le ultime,
Tra un respiro e l’altro
Hai raccontato…”
Il verso, così come la prosa, è principalmente un modo per esprimere se stessa piuttosto che solo per narrare storie. È come un rifugio, un modo per liberarsi delle emozioni e, soprattutto, come l’unico strumento per comunicare con la madre e con i suoi cari, assassinati ad Auschwitz.
I versi dal titolo Il mio eletto dedicati a Nelo Risi, il suo sposo eletto, che ha “amato molto fino all’ultimo respiro” aggiungono un ulteriore strato di nostalgia e amore, rendendo palpabile la presenza di chi non c’è più, ma che ne rievoca “le lezioni di autonomia, indipendenza, libertà e valori civili, (…) quelle che tu chiami le mie lezioni un giorno, ti saranno utili”.
L’ultima parte della raccolta introduce una nota di dissonanza, con storie intime che rivelano alcune molestie sessuali, un tema che Bruck affronta con coraggio e vulnerabilità. Sono sette le molestie subite, momenti del passato finora taciuti come si legge dalla prefazione, e che emergono con tutta la loro drammaticità e perpetrate da: un noto scrittore, uno sceneggiatore, un noto critico, un noto giornalista, un medico, un poliziotto, uno zio. Qui, il male si fa vicino, si insinua nella quotidianità, rendendo la lettura ancora più intensa e necessaria.
Un momento di dolcezza e riflessione è rappresentato dai testi di una ninna nanna “Anyu, Madre, Mater” e da una lirica dedicata al padre “Apu, Padre, Pater” seguite da una canzone che potrebbe essere definita ‘sionista’ dal titolo “Maggio 1944-Maggio 2024”, inseriti nella raccolta, quasi a spartiacque tra le dissonanze e che evocano ancora le figure materna e paterna.
Il ricordo dei genitori accompagna da sempre l’esercizio scrittorio di Bruck e queste melodie antiche che evoca facendo quasi riecheggiare le voci di madre e padre, rinviano al desiderio dei suoi genitori di tornare a Eretz Israel, desiderio più volte espresso ma mai realizzato.
Queste liriche-canzoni sono un richiamo alla terra, a quella terra santa e lacerata, un legame profondo con le radici e la patria, che Bruck esprime con una melodia che risuona nel cuore.
La copertina del libro è elegante ed evocativa nella scelta dell’immagine: non è un olmo, l’albero che veglia e fa capolino sulla casa romana di Bruck, ma è un salice piangente che campeggia circondato da un bianco silenzio. Il salice è un albero che rappresenta la forza e la resilienza, si piega ma non si spezza proprio come la Bruck.
Come non pensare ai versi di un altro poeta, il re David, a cui si attribuiscono i Salmi, in particolare tornano alla mente i versi del Salmo 137: “Là presso le rive di Babilonia, sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici delle sponde avevamo appeso le nostre cetre. Là ci chiedevano delle canzoni quelli che ci avevano deportati, dei canti di gioia quelli che ci opprimevano… come potevamo cantare i canti del Signore in terra straniera?”.
Il dolore e la nostalgia sono temi che risuonano fortemente anche nei ricordi della Bruck dove l’essenza di questa sofferenza attraverso le sue parole, non è solo catturata ma trasformata in arte.
La Bruck, come il salmista, utilizza la sua arte per esplorare temi di identità, appartenenza e la ricerca di un luogo da chiamare casa. I suoi versi non sono solo un atto di denuncia, ma anche un gesto di resistenza e di affermazione della propria voce in un mondo che spesso silenzia.
In sintesi, Edith Bruck non è solo una poetessa: è una narratrice di esperienze umane universali, capace di trasformare il dolore in bellezza e di dare forma a sentimenti che risuonano attraverso il tempo. La sua opera continua a ispirare e a far riflettere, rendendola una figura fondamentale nella letteratura contemporanea. La sua capacità di esprimere emozioni complesse attraverso il verso asciutto e spontaneo, che sgorga come un istinto quasi fisiologico, la colloca tra le grandi poetesse del suo tempo. Ogni verso è intriso di una profonda introspezione dove fragilità e forza coesistono in un delicato equilibrio.
In conclusione, “Le Dissonanze”, in pieno stile Bruck, è un’opera che invita alla riflessione, un viaggio attraverso il dolore e la memoria, ma anche attraverso l’amore e la speranza. Bruck, con la sua voce unica e potente, continua a regalarci versi che rimangono impressi nell’anima e che ci invitano a confrontarci con il presente e con i mali della storia non solo quella passata ma anche quella quotidiana, rendendo questa raccolta un must-read per chiunque desideri esplorare la profondità dell’esperienza umana.