Scherzi della memoria: nascono i Protestanti

La nuova rubrica di Riforma. Storia e fede in un appuntamento mensile

 

Ai tempi del Sacro Romano Impero, non ci si metteva a dieta per perdere peso, bensì per legiferare. Le Diete erano assemblee che riunivano nobili, religiosi e laici. Nel 1526 una prima dieta a Spira aveva sospeso l’Editto di Worms di cinque anni prima, che aveva dichiarato Lutero eretico e fuorilegge, vietando la diffusione dei suoi scritti.

 

Incombeva sull’Impero la minaccia degli Ottomani ed era meglio smorzare i conflitti: in attesa di un Concilio che avrebbe sciolto le controversie, si stabilì che ogni Stato avrebbe potuto «vivere, governare e credere come gli si confà, rispondendone davanti a Dio e a sua Maestà Imperiale». La tregua consentì alle idee luterane di espandersi ancora, così Carlo V convocò una nuova Dieta a Spira per restaurare l’editto di Worms e imporre il cattolicesimo in tutto l’Impero.

 

Di fronte a questo, il 19 aprile 1529 i principi luterani abbandonarono i lavori della Dieta e presentarono all’imperatore un documento di protesta, dichiarando che «in materia di coscienza la maggioranza non ha alcun potere». Vi si diceva anche «Protestiamo attraverso questo manifesto, davanti a Dio, nostro solo Creatore, Conservatore, Redentore e Salvatore (…) che noi, nel nostro nome, e per il nostro popolo, non daremo il nostro consenso né la nostra adesione in alcun modo al decreto proposto, in tutto ciò che è contrario a Dio, alla Sua Santa Parola, ai diritti della nostra coscienza, e alla salvezza delle nostre anime».

 

Gli aderenti (sei principi e quattordici città libere) furono chiamati “protestanti”. Da quel giorno d’aprile il termine designa le chiese della Riforma. Principale estensore della Protesta di Spira fu il giurista Gregor Brück. Il suo parere sarà determinante per convincere Lutero e Melantone che la resistenza, anche in armi, contro un principe che agisce in modo illegittimo poteva essere lecita.

Immagine: la Dieta di Spira