Parma. Incontrare il metodismo

L’impegno del Segretariato attività ecumeniche per favorire la conoscenza del ricco panorama religioso cittadino

 

Metti una serata in una parrocchia cattolica a conoscere la Chiesa evangelica metodista attraverso parole, canti e immagini. È successo il 17 marzo a Parma nella comunità del Corpus Domini all’incontro del ciclo triennale «Quel desiderio di unità. Le chiese nel XXI secolo» organizzato dal gruppo locale del Segretariato attività ecumeniche (Sae-Aps). 

 

La città ha una lunga storia di esperienze ecumeniche che hanno avuto come antecedente l’amicizia tra il pastore metodista Giovanni Ferreri, che operò anche a Parma, e don Primo Mazzolari. Tempi in cui la Chiesa cattolica guardava con sospetto al protestantesimo e bollava il “pancristianesimo”, come veniva chiamato il primo ecumenismo. Agli inizi degli anni ’70 a Parma nacque un gruppo del Sae e si sviluppò quel movimento che vide tra i suoi attivisti anche figure metodiste, come Maria Grazia Sbaffi e Bruno Loraschi, entrambi co-fondatori nel 2004 del Consiglio delle chiese cristiane di Parma.

Nonostante esperienze felici che hanno portato nel 2007 alla nascita del Forum interreligioso, l’ecumenismo a Parma è rimasto un fatto di nicchia. Per questo il Sae locale, nel continuare l’opera di sensibilizzazione sulla dimensione ecumenica, ha chiesto ospitalità nelle parrocchie. Nei primi due anni con docenti e testimoni sui rapporti e i dialoghi teologici internazionali: la giornalista Daniela Sala, il pastore valdese Michel Charbonnier, il teologo valdese Fulvio Ferrario, il giornalista Franco Ferrari, il cattolico Jean Paul Lieggi, lo studioso pentecostale Carmine Napolitano.

 

Quest’anno il ciclo è dedicato alle Chiese di Parma che, rimanendo spesso soverchiate dal campanile cattolico, non riescono a far conoscere le loro innumerevoli ricchezze, articolazioni importanti del patrimonio cristiano comune. Carlotta Pinardi, membro della chiesa evangelica metodista di Parma, insegnante di scuola primaria, studente al secondo anno del corso di laurea in Scienze bibliche e teologiche alla Facoltà valdese di Roma, ha raccontato i momenti salienti della storia del movimento metodista e della nascita della Chiesa metodista in Europa e in Italia. Nicola Tedoldi, pastore in servizio a Parma, phd in Teologia, vice presidente dell’Opcemi, ha ripercorso l’origine delle comunità di Parma e Mezzani, risalente al 1863 e 1864, oggi una sola chiesa con due sedi, e ne ha tratteggiato gli elementi costitutivi: l’organizzazione, il culto, l’impegno sociale, i ruoli delle donne e degli uomini, il progetto Eci. 

 

Le parole sono state accompagnate da una presentazione in loop delle immagini di trent’anni di vita – nascita del Cccpr, culti, battesimi, eventi ecumenici, giornate di evangelizzazione, consacrazione del pastore a Torre Pellice – e dagli inni della tradizione riformata suonati da Tedoldi e dalla figlia Rebecca e cantati da Joy Refugio. Molte le domande, calorosa la partecipazione.

Un grazie al parroco don Marco Uriati, che ha vissuto la sua infanzia a Mezzani, dove ha frequentato la scuola elementare metodista della quale ha un ricordo grato, e alla comunità metodista che ha accettato di raccontarsi in una modalità multimediale. All’iniziativa hanno aderito l’associazione Viandanti, Azione cattolica, il Consiglio delle chiese cristiane di Parma, il laicato saveriano, il Meic, le missionarie di Maria e i missionari saveriani.

 

La prossima tappa sarà in ascolto della chiesa cristiana avventista nella parrocchia di san Leonardo che pratica da tempo scambi di ambone con la chiesa metodista durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.