Auguri Réforme!

Compie 80 anni il giornale dei riformati francesi, creato nel mezzo della II guerra mondiale

 

Il teologo protestante Karl Barth, oppositore della prima ora al regime nazista, scriveva che «un protestante deve avere in una mano la Bibbia e nell’altra il suo giornale». Nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, i protestanti francesi, resistenti attivi o filosoficamente impegnati, hanno deciso di prolungare la loro azione clandestina con la pubblicazione di un nuovo giornale. È così che Jean Bosc, Albert-Marie Schmidt, Denise Berthoud e Albert Finet danno vita a Réforme, che fa la sua prima apparizione il 24 marzo 1945.



 

Il primo numero affermava le sue ambizioni: «La nostra ragione d’essere: combattere anche con pochi mezzi per la Giustizia e la Verità», scriveva il direttore, Albert Finet, nel suo primo editoriale. Fortemente ispirata dal pensiero di Barth, la squadra dei fondatori riteneva necessario mantenere l’indipendenza del giornale nei confronti dello Stato, ma anche indispensabile intervenire nella vita politica e sociale del paese.

 

Réforme ha dunque compiuto 80 anni ed anche il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha partecipato ai festeggiamenti con un messaggio: «Celebrare gli 80 anni del vostro settimanale ci invita a soffermarci su questa storia piena di impegno e speranza.

Nutrito dalla fede protestante, ravvivando la luce dell’umanesimo, il vostro giornale voleva capire l’evoluzione e il progresso necessario, non mettere mai a tacere la voce della coscienza, anche se scomoda, non avere mai riposo nel cercare la giustizia e nel trovare la via del vero. Così, il vostro settimanale si è impegnato per la decolonizzazione, l’emancipazione delle donne, la fratellanza in Europa e in tante altre battaglie. Così lavorerà per trovare nuovi equilibri etici tra gli uomini, per costruire legami di progresso tra i popoli, per tessere nuovi rapporti di armonia con la natura. Così, con Jacques Ellul, e altri, il vostro giornale ha portato uno sguardo lucido sul vuoto di senso troppo spesso nato dalle forme moderne della vita sociale.

 

Un giornale che è stato attento alla rinascita dei nazionalismi, ed è rimasto un focolaio per i dibattiti, le considerazioni, con un gusto profondo per la libertà. Ritengo Réforme indispensabile a questo cammino francese, che dall’Illuminismo oppone la volontà alla fatalità, la cultura alla barbarie. Nel momento dei nostri grandi sconvolgimenti, l’opera di Réforme troverà sicuramente modalità per chiarire, mettere in discussione, difendere con la sua fede e il suo rigore questo spirito di Resistenza. Di fronte ai cambiamenti del mondo, alle minacce alla democrazia e alla libertà di informazione, la Nazione dovrà disporre di questa forza morale, intransigente e intera, portata dai suoi fondatori, dalle sue grandi firme, dai suoi giornalisti e dai suoi lettori di oggi e di domani».