
Tra coerenza e credibilità: un lavoro interspecie
Dal Gruppo Gallo verde della chiesa valdese di Milano una proposta di linee di lavoro teologico
È sempre difficile fermare i pensieri nel tentativo di fare ordine e di piantare qualche radice in profondità che ci permetta di vivere con quegli assoluti dei quali abbiamo bisogno per camminare nel mondo con consapevolezza. Eppure la fede vuole essere radicata nel “qui e ora” delle realtà incarnate, al fine di perseguire in modo critico e creativo le verità delle nostre vite in relazione tra umani e Dio, tra umani ma anche tra umani e il resto del Creato.
Credere in Dio significa credere che Dio e l’umanità esistono insieme nel mondo, intimamente e immediatamente uniti. Sappiamo che abbiamo bisogno di Dio più di ogni altra cosa, lo sappiamo in ogni istante, lo sappiamo nel nostro cuore. Sappiamo anche che Dio ha bisogno di noi. Attraverso la forza in relazione, che è uno dei modi nei quali Dio vive sulla terra, possiamo spezzare le barriere che dividono l’umanità al proprio interno e con il resto del creato e dare origine a qualcosa di nuovo.
Ogni lavoro teologico deve cercare di essere intersezionale per quanto riguarda razza, classe, religione, genere, nazionalità perché le particolarità che ci limitano sono anche il fondamento e la fonte delle nostre affermazioni di verità. Ogni lavoro teologico deve essere però anche interspecie. Gli esseri umani non solo soli nello spazio e neanche sulla terra ma il loro destino è legato alla sopravvivenza di tutte le specie.
Il Gallo verde, della chiesa valdese di Milano, ha cercato di scrivere qualcosa, con lo stile di una confessione di fede, che possa essere letto come uno dei punti di partenza per vivere la propria vita alla luce della parola di Cristo. Abbiamo rivolto uno sguardo al passato per permettere al nostro peccato di essere nominato ma abbiamo soprattutto visto all’orizzonte un modo consapevole di vivere la meravigliosa esistenza che è stata posta nelle nostre mani. Una vita nel quale l’incontro tra noi e Dio e tra le specie che Dio ha posto sulla terra possano imparare a convivere in modo solidale.
Per uno sguardo nuovo nei confronti del Creato
- Art. 1
«Credendo all’amore di Dio creatore, riconosciamo con gratitudine il dono del Creato, il valore e la bellezza della natura. Vogliamo impegnarci insieme per realizzare condizioni sostenibili di vita per l’intero creato»
(Charta Oecumenica del 2001, firmata dalla nostra chiesa locale nel 2007)
- Art. 2
Riteniamo che l’impegno per la riparazione della relazione tra esseri umani e tra questi e tutto il Creato sia tra i compiti centrali del lavoro di ogni chiesa.
Come credenti ci sentiamo responsabili delle nostre azioni e dell’impatto che queste hanno sul mondo. Ci sentiamo chiamate e chiamati a sviluppare uno sguardo nuovo sul Creato partendo dalla nostra chiesa locale per arrivare ovunque ci sia possibile.
- Art. 3
Consapevoli del fatto che le religioni abramitiche hanno privilegiato la superiorità umana rispetto a quella animale, la superiorità animale rispetto all’ecosistema, la superiorità del genere maschile rispetto a quello femminile, noi vogliamo impegnarci, con responsabilità, a non ragionare più in termini gerarchici ma relazionali.
La creazione di Dio ha dimostrato l’importanza, nel corso della storia dell’umanità, di essere interconnessa e di avere la necessità che si riconosca la dipendenza interspecie: ogni parte del Creato ha bisogno per la propria sopravvivenza delle altre parti.
- Art. 4
Come credenti prendiamo le distanze dal pensiero antropocentrico, che ha attraversato anche il Cristianesimo, quando ha usato e usa:
– l’avidità finanziaria per depredare senza criterio gli ecosistemi;
– lo specismo per sfruttare senza limiti il mondo animale;
– il patriarcato per controllare e limitare la vita delle donne;
– il razzismo per dominare le persone non bianche;
– il colonialismo per imporre la cultura dei più potenti.
- Art. 5
Siamo consapevoli del fatto che il nostro stile di vita e le nostre decisioni locali hanno delle conseguenze globali. Vogliamo impegnarci per incrementare il consumo di prodotti ecosostenibili, frutto di un lavoro dignitoso, per un uso responsabile delle materie prime, nella prevenzione dell’inquinamento.
- Art. 6
Riteniamo importante per la riparazione del Creato un nostro impegno, tanto sul piano personale che su quello politico e sociale, finalizzato alla riduzione generale dei consumi, a un approccio più sobrio nell’uso di tutte le materie e al potenziamento di fonti energetiche rinnovabili. Vogliamo impegnarci a sviluppare uno stile di vita sostenibile, ad assumere un ruolo attivo in difesa dell’intero Creato e delle future generazioni, esigendo da parte di chi governa di tenere conto delle conseguenze ambientali delle scelte politiche, amministrative ed economiche.
- Art. 7
Vogliamo prestare attenzione, per ciò che riguarda la ristrutturazione, la manutenzione dei nostri immobili ecclesiastici e al loro arredamento, al fatto che possa essere usato materiale che rispetti l’ambiente e che non sia nocivo.
- Art. 8
Essendo la prima chiesa cristiana italiana coinvolta nel progetto del “Gallo verde”, promosso dalle chiese protestanti tedesche, riteniamo importante condividere il nostro impegno per la riparazione del Creato in una rete ambientale con altre chiese e con la commissione Globalizzazione e Ambiente (Glam) della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei).
- Art. 9
Ci impegniamo a promuovere, sia nella chiesa locale sia nelle comunità di vita e lavoro, buone pratiche quotidiane rispettose dell’ambiente con spirito di gioia e non di sacrificio; ci impegniamo a diffondere la cultura dell’ambiente partendo da solide basi scientifiche e nell’ottica di una giustizia sociale ed economica.
Siamo consapevoli del fatto che le conseguenze dei cambiamenti climatici condizioneranno la vita delle future generazioni e quindi vogliamo assumerci la responsabilità di avere comportamenti coerenti e credibili.
Come rendere concreta la salvaguardia del Creato?
La salvaguardia del Creato è, certamente, un dei compiti fondamentali della Chiesa. Ma come possiamo effettivamente, rendere concreto ciò nelle nostre comunità? Nel 2001, nella regione del Baden-Württemberg in Germania, è stato ideato e sviluppato un sistema di gestione ambientale – definito Gallo verde (GrünerGockel) – che, in conformità schema di gestione ambientale (eco-audit) europeo EMAS – è stato adattato alle specifiche realtà ecclesiastiche di quelle aree (chiese, asili, strutture di accoglienza e ospedali, case di riposo, ecc.). Perché non vi è alcun dubbio: tutte le comunità nello svolgimento delle proprie attività, consumano risorse, consumano energia (elettrica e termica) e producono rifiuti contribuendo, così, alla propria quota-parte di emissione di anidride carbonica (la tanto “temuta” CO2). Il sistema di gestione ambientale “Gallo Verde” permette alla comunità di ridurre significativamente il proprio consumo energetico in maniera significativa, risparmiando denaro, la tutela dell’ambiente e del clima.
Il “Gallo Verde” è un sistema di gestione ambientale, elaborato secondo la certificazione europea EMAS (Eco Management and Audit Scheme), adattato alle specifiche situazioni e possibilità di una chiesa. Questo sistema di gestione ambientale ecclesiastico offre la possibilità di inserire i precedenti sforzi individuali della nostra comunità per la sostenibilità ambientale e la tutela delle risorse all’interno di un sistema strutturato e duraturo.
Noi riteniamo che, come comunità nel suo insieme, possiamo contribuire attivamente a tutelare l’ambiente che ci circonda, a ridurre i costi finanziari dei nostri bilanci ed a diffondere una coscienza ambientale all’interno ed all’esterno della nostra chiesa: Vogliamo vivere la tutela dell’ambiente in modo concreto, incoraggiandoci gli uni gli altri ed imparando gli uni dagli altri.
Da https://www.galloverde.it su milanovaldese