
La Buona Novella. Matrimonio forzato annullato!
La nuova rubrica della redazione dedicata alle buone notizie. Questa settimana andiamo in Pakistan
Il tribunale civile della città di Bahawalpur, nella provincia pakistana del Punjab, ha annullato il matrimonio forzato di una ragazza cristiana da anni vittima di abusi e coercizione. Dopo aver sopportato la conversione forzata all’Islam e il matrimonio con il fratello del suo patrigno, Shahida Bibi ha ricevuto dalle autorità nuovi documenti di identità che hanno ripristinato il suo status di cristiana. Il gruppo di difesa legale ADF International, che ha assistito la donna, ha evidenziato che la vittoria legale è un importante passo avanti verso la giustizia e la libertà per le giovani donne che affrontano simili esperienze.
L’incubo di Shahida inizia all’età di 11 anni quando sua madre scappa con un uomo musulmano, il quale “consegna” la ragazzina al fratello. Questi poi contrae un matrimonio islamico con Shahida (madre di due figli) non appena compie 18 anni, in modo da aggirare la legge pakistana che proibisce le unioni che coinvolgono minorenni. Tali matrimoni, invece, sono legittimati dalla legge della Sharia.
Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) in tutto il mondo circa 100 milioni di ragazze rischiano nel prossimo decennio di contrarre matrimoni forzati in età infantile. Nel mirino soprattutto le ragazze appartenenti a minoranze religiose, in particolare in alcune parti dell’Asia e dell’Africa, che sono costrette a cambiare religione in relazione a un matrimonio forzato. In Pakistan, più di 1.000 ragazze appartenenti alle minoranze cristiana e indù sono vittime ogni anno di rapimenti, conversioni e matrimoni forzati.
Ancora troppe sono le giovani donne i cui diritti umani fondamentali, inclusa la libertà religiosa, sono violati. Ma oggi è tempo di fare festa: Shahida è libera e in grado di iniziare il processo di guarigione da questa dura prova.