Campi Flegrei. La paura cresce ma tu “Non temere”

La mobilitazione del Consiglio dell’Associazione delle chiese battiste della Campania per mappare famiglie e loro bisogni nell’area oggetto di bradisismo

 

«Lo shock è stato grande… anche il 20 maggio dell’anno scorso quando c’è stata l’altra forte scossa di terremoto avevo avuto paura, ma questa volta è stato diverso: mi sono svegliata pochi minuti prima della scossa… c’è stato un boato terribile, gli oggetti sono volati dagli scaffali, il pavimento si è sollevato, per fuggire ho dovuto dare uno scossone alla porta, che si era deformata e non mi permetteva di uscire»: è il racconto che Debora Russo, della chiesa battista in via Cavalleggeri d’Aosta (Na), mi fa del terremoto di magnitudo 4.4 avvenuto all’1:25 della notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 marzo nell’area dei Campi Flegrei. Debora abita a Bagnoli, area più vicina all’epicentro dell’ultimo evento sismico, dove da alcuni palazzi sono caduti calcinacci che hanno danneggiato delle auto parcheggiate; quella stessa notte si è trasferita a casa della mamma anziana, che abita nella stessa zona ma in un edificio di costruzione più recente e ad un piano basso.

 

A Pozzuoli è crollato un controsoffitto in una casa dove i vigili del fuoco hanno tratto in salvo l’unica persona coinvolta, una donna che ha riportato solo lievi ferite. Il terremoto è legato al ritmo più rapido con il quale il suolo si sta sollevando: secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) recentemente si è triplicata la velocità di sollevamento del suolo, passando da 1 a 3 centimetri al mese. «Sono mesi – continua Russo – che conviviamo con lunghi sciami sismici, la velocità di deformazione del suolo e l’emissione di CO2 stanno aumentando… ci continuano a dire che questi fenomeni fanno parte del processo naturale legato all’evento bradisismico e che la situazione è sotto controllo. Ma siamo spaventati e ci sentiamo anche un po’ presi in giro: da alcuni giorni il Dipartimento della Protezione civile ha annunciato di voler introdurre nuovi livelli nella scala di allerta e dunque “nuovi colori”: giallo chiaro/scuro e arancione chiaro/scuro… Sappiamo bene che passare dall’allerta gialla (attenzione) a quella arancione (pre-allarme) richiederebbe degli investimenti ingenti, che non ci sono! Prima di tutto bisognerebbe chiudere gli accessi ai Campi Flegrei, evacuare la popolazione dei due carceri presenti nella zona (quello minorile di Nisida e quello femminile di Pozzuoli) e degli ospedali nell’area interessata: stiamo parlando di un territorio in cui vivono 500.000 persone».

 

Nell’area dei Campi Flegrei insistono alcune chiese battiste dell’Ucebi: oltre a quella di Cavalleggeri d’Aosta, anche quella a Monteruscello. «Vi sono alcune famiglie della comunità, le cui case essendo vicinissime all’epicentro hanno riportato danni strutturali – ci racconta Davide Costagliola, pastore locale della chiesa di Monteruscello –. In una di queste famiglie ci sono bambini ed anche una persona allettata. Cresce la preoccupazione, i nervi sono a fior di pelle, e lo scoramento è così grande, che faccio fatica anche io a sostenerlo». Come già accaduto lo scorso maggio all’indomani della violenta scossa di terremoto, il Consiglio dell’Associazione delle chiese battiste della Campania (Abec) si è mobilitato per capire in che modo essere di sostegno in questa situazione che è in continua evoluzione. In un incontro operativo avvenuto il 14 marzo, si è deciso di dar vita al progetto “Non temere”, che sarà presentato alle altre chiese evangeliche dell’area flegrea ma anche della città e delle sue periferie. «A volte questa espressione che troviamo nella Scrittura “Non temere”, può risultare perfino irritante se chi fa questa esortazione non ha la più pallida idea di cosa stia sperimentando il destinatario dell’esortazione – si legge nella premessa, scritta dal pastore Massimo Aprile –. Perciò è importante il soggetto. Se chi parla è Cristo, allora la riceviamo come una parola che davvero porta calma al cuore. È Gesù, coraggioso anche dinanzi alla più grande prova, che ci esorta a “non aver paura”. Questo è lo specifico del nostro aiuto fraterno e sorerno. In questa stagione tellurica, di terremoti fisici, ma anche politici ed etici, l’esortazione la sentiamo di vitale importanza. Siamo chiamati ad aver coraggio e ad infondere coraggio ai nostri compagni e compagne di viaggio. Dio ci conceda di essere uomini e donne che hanno la forza spirituale di superare la paura, ma anche chiese e comunità “coraggiose nel nome dell’Evangelo”».

 

Tra i compiti previsti nel progetto, in prima istanza quello di stilare una mappa dei bisogni delle persone e delle famiglie che sono particolarmente esposte, a motivo delle loro abitazioni, ma anche per la loro situazione economica, alla crisi generata dal bradisismo; in secondo luogo, fare una mappatura delle risorse che si possono offrire: risorse materiali (ospitalità nelle case, scorte alimentari, materiale sanitario, per l’igiene della persona), ma anche spirituali: tenere con una certa regolarità dei contatti con una persona, o una famiglia esposta, per incoraggiare, conoscere meglio le necessità, e eventualmente, segnalarle al pastore di riferimento. Nella direzione di offrire incoraggiamento fraterno e supporto spirituale a coloro che stanno vivendo momenti di ansia e paura, domenica 30 marzo nel pomeriggio si terrà un incontro online e in presenza fisica per ascoltare testimonianze, pregare, ma anche comprendere cosa si può fare di utile.

 

 

Foto di Ra Boe / Wikipedia