La Kek evidenzia il ruolo delle comunità religiose nella costruzione della pace europea

La Conferenza delle Chiese europee (Kek) ha contribuito al simposio su “Sicurezza in Europa: dimensioni religiose della guerra e responsabilità morale per la pace”

 

La Conferenza delle Chiese europee (Kek) ha contribuito al simposio su “Sicurezza in Europa: dimensioni religiose della guerra e responsabilità morale per la pace”, tenutosi dal 12 al 13 febbraio a Monaco di Baviera. L’evento è stato organizzato nel contesto della Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Katerina Pekridou, responsabile del programma Kek per la teologia e gli studi, è intervenuta sul tema “Potenziale di pace delle comunità religiose e delle organizzazioni ecumeniche”. Ha introdotto il lavoro della Kek nella costruzione della pace, in particolare il suo programma di punta, Pathways to Peace, creato all’indomani dell’invasione russa in Ucraina nel 2022 allo scopo di promuovere percorsi di giustizia, riconciliazione e per l’appunto pace.

 

«In un mondo sempre più complesso e violento, le chiese e i singoli cristiani, insieme ad altre comunità di fedi e persone senza fede, sono arrivate a riconoscere che lavorare per la pace costituisce un’espressione primaria della nostra responsabilità comune per la vita nel mondo. Questa responsabilità si basa sulla bontà essenziale di tutti gli esseri umani e dell’intera creazione di Dio», ha dichiarato.

 

Pekridou ha sottolineato inoltre la necessità di un impegno attivo negli sforzi di pace: «La pace è inestricabilmente legata alla nozione di giustizia e libertà che Dio ha concesso a tutti gli esseri umani attraverso Cristo, e all’opera dello Spirito Santo come dono e vocazione. La pace e la creazione della pace come dono e chiamata collegano la fede con la testimonianza etica e la trasformazione sociale. La natura dinamica della pace non consente la passività e l’accettazione dell’ingiustizia».