«Stazioni sulla via della libertà»

Un convegno e una serata fra poesia e musica per conoscere meglio la figura del teologo, pastore e resistente Dietrich Bonhoeffer: la proposta del Centro culturale protestante di Bergamo

 

A ottant’anni dalla morte del teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer, cercando di scongiurare il doppio rischio di farne un monumento o di demolirlo, il Centro culturale protestante di Bergamo propone sabato 8 febbraio una ricca giornata di studio, aperta a tutti, «Stazioni sulla via della libertà. Dietrich Bonhoeffer (1906-1945): il teologo, il pastore, il resistente», che si terrà alla sede del Centro (via Torquato Tasso 55) a partire dalle 10,30 e si concluderà con una serata fra poesia e musica nel tempio valdese.

 

Ne parliamo con Luciano Zappella, vicepresidente del Centro culturale, che ci spiega che il titolo dato alla giornata riprende una famosa poesia dello stesso Bonhoeffer: «L’immagine della stazione rievoca il tema del viaggio, del percorso, ma guardando al periodo in cui visse il teologo, i treni, come sappiamo, sono collegati a eventi tragici… E poi il tema della libertà: Bonhoeffer, anche negli anni della prigionia, è stato un uomo libero, potremmo dire, da luterano, “libero nel servizio”, anche se in condizioni non facili. Abbiamo quindi voluto soffermarci su questi tre aspetti della vita e dell’opera, il teologo, all’inizio del suo percorso, il pastore, soprattutto con l’esperienza a Finkenwalde, e infine il resistente, con la scelta controversa e coraggiosa di fare parte della congiura che avrebbe dovuto eliminare Hitler, fino all’esito finale, la sua impiccagione all’alba del 9 aprile 1945, a trentanove anni».

 

Tre aspetti che si intrecciano e “si parlano”, pur nella successione temporale della sua biografia, continua Zappella: «Sono tre elementi che si fondono, trovando riscontro nella sua opera, dove troviamo testi di carattere teologico, altri di carattere più pastorale, le lettere raccolte in Resistenza e resa, un vero e proprio bestseller letto e apprezzato trasversalmente da protestanti, cattolici, agnostici; d’altra parte Bonhoeffer incontra le aspettative di persone di provenienze e percorsi di fede molto diversi».

 

Come si svolgerà la giornata? «Abbiamo cercato di invitare una pluralità di voci: nella sessione mattutina il prof. Fulvio Ferrario si soffermerà su un tema che a prima vista può apparire strano, “Un Bonhoeffer antigiudaico?”. Così come la relazione della pastora Ilenya Goss (“Un Bonhoeffer maschilista?”), vuole cogliere alcuni aspetti meno trattati dalla pubblicistica di questi anni, non per “decostruire” la figura di Bonhoeffer, come va di moda oggi, ma per sottolineare il carattere per certi versi contraddittorio del teologo, che deriva dal fatto di vivere in un determinato contesto, e di non aver “concluso” la sua riflessione», essendo morto prematuramente.

 

L’intento è quindi, continua Zappella, «proporre degli spunti di riflessione un po’ meno scontati, uscire dalla logica celebrativa, rischio che si corre in queste circostanze. Avremo anche una riflessione sull’azione politica, con Alberto Conci, curatore degli ultimi volumi dell’opera omnia pubblicata da Queriniana, e poi Ludwig Monti, che un anno fa ha pubblicato per Feltrinelli (casa editrice laica, a dimostrazione di quanto detto prima) un volume molto interessante come introduzione alla figura di Bonhoeffer, e interverrà sulla “teologia cristologica” del teologo. Infine, chiuderemo con una riflessione di Gabriella Caramore sul “cristianesimo non religioso”, legata anche al contesto che stiamo vivendo oggi, di post-secolarizzazione». 

 

Un panorama variegato, che certo non esaurisce tutti gli aspetti, ma ci vorrebbe ben più di una giornata per farlo: e poi c’è la serata, pensata per coinvolgere un pubblico più ampio, questa volta nel tempio valdese in via Roma 2, introdotta da Fulvio Ferrario, in cui verranno lette sette poesie di Bonhoeffer (per ampliare lo sguardo anche su questo aspetto della vita del teologo) a cura di Albino Bignamini, attore e regista (Pandemonium Teatro), inframmezzate da arie della Passione di Matteo di J. S. Bach, eseguiti dalla soprano Myungjoo Kum e dal basso/baritono Shida Li, con la partecipazione degli allievi del Conservatorio “G. Donizetti” (classe di canto della prof.ssa Daniela Schillaci), e da brani organistici di Paul Gerhardt, un autore che Bonhoeffer cita spesso (soprattutto in Resistenza e resa) eseguiti da Fabio Piazzalunga.

 

Per il programma completo.