Gli accompagnatori ecumenici continuano a offrire una presenza protettiva in Palestina

Il programma del Consiglio ecumenico delle chiese evidenzia un deterioramento della situazione umanitaria nei territori occupati

 

Il programma di accompagnamento ecumenico del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) in Palestina e Israele continua a offrire una presenza protettiva, e la necessità sta crescendo dato il deterioramento della situazione umanitaria. Il loro ruolo è tentare di aiutare la popolazione palestinese a vivere una quotidianità senza le violenze delle forze israeliane occupanti.

 

Dal 12 settembre al 24 novembre 2024, gli accompagnatori ecumenici hanno operato nelle comunità di Betlemme, Gerusalemme e Valle del Giordano e hanno riferito di violenze, sfollamenti forzati, attacchi, violazione delle fonti di sostentamento, arresti, lesioni e molestie che rendono difficile la vita delle persone. 

Durante questo lasso di tempo, gli accompagnatori hanno presentato 1.197 rapporti sugli incidenti. Gli accompagnatori hanno effettuato 747 visite sul campo durante le quali hanno fornito una presenza protettiva, hanno monitorato i checkpoint, condotto briefing, sostenuto un’azione nonviolenta, fornito solidarietà alle organizzazioni israeliane per i diritti umani e offerto interventi che hanno assicurato una presenza visibile e attiva.

 

Gli ultimi rapporti degli accompagnatori hanno offerto molti esempi di incidenti.

A Betlemme, il 28 ottobre, gli agricoltori palestinesi del villaggio di Kisan sono andati a raccogliere il loro raccolto di olive, dopo aver ricevuto i permessi per farlo, nelle vicinanze di un insediamento israeliano. I coloni sono arrivati con pistole, bastoni e fionda, e hanno minacciato gli agricoltori, che hanno chiamato l’Ufficio di coordinamento distrettuale e la polizia che ha faticato molto a ripristinare la situazione.

A Gerusalemme, il 22 novembre, poco prima di una preghiera di mezzogiorno, i palestinesi sono stati allontanati violentemente da piazza Al Ghazali.

 

Nella Valle del Giordano, il 18 novembre, coloni e personale militare israeliano sono arrivati a Ein Al-Beida e hanno confiscato a due agricoltori 30 pannelli solari, tre generatori di elettricità e cinque pompe d’acqua. Non meno di 13 case sono state demolite nella vicina Um Al-Jamal, dopo che i residenti palestinesi se ne sono andati per paura.