“Cantare in libertà”
La Chiesa valdese di Foggia presenta al Senato un progetto musicale che coinvolge i detenuti della locale Casa Circondariale
Il 15 gennaio il progetto “Cantare in libertà” della Chiesa valdese di Foggia sarà presentato al Senato della Repubblica. Il progetto vede il coinvolgimento diretto dei detenuti della Casa Circondariale di Foggia e nasce dalla visione del canto come strumento di liberazione e crescita personale, una disciplina che facilita un percorso di sviluppo emotivo e rieducativo. Durante le sessioni settimanali, infatti, i partecipanti hanno l’opportunità di esplorare ed esprimere le proprie emozioni attraverso il corpo e la voce. Il progetto è nato ispirandosi ai principi di solidarietà del Vangelo di Matteo (Mt. 25: 35 – 36), che da tempo interrogano la comunità, la quale ha sempre sostenuto progetti diaconali per la raccolta e distribuzione di beni di prima necessità ai bisognosi. Tuttavia, affrontare il tema del carcere è stato più complesso, sollevando domande e giudizi sul concetto di giustizia e punizione.
«Nel gennaio 2020 – raccontano gli organizzatori – , il Consiglio di chiesa, con il pastore Francesco Marfè, decise di approfondire il tema della giustizia riparativa includendo nel suo progetto culturale, finanziato con fondi dell’Otto per Mille della Chiesa valdese, una conferenza pubblica. In questa occasione conoscemmo Annalisa Graziano, autrice del libro “Colpevoli”, responsabile della promozione del volontariato penitenziario del Centro di servizio al volontariato (CSV) di Foggia e successivamente la dottoressa Valentini, responsabile dell’area rieducativa della Casa Circondariale di Foggia a cui nel febbraio del 2023 presentammo la bozza del nostro progetto di diaconia comunitaria.
Nel giugno 2023 il progetto si concretizzò grazie alla sinergia di diverse realtà locali (CSV Foggia, Ufficio esecuzione esterna di Foggia, il cantante e formatore Valerio Zelli, frontman della storica band ORO, e l’etichetta discografica Music Records Italy).
Il successo è stato possibile grazie al forte sostegno della Casa Circondariale, a partire dalla direttrice Giulia Magliuolo; ma vanno nominati, fra gli altri, anche il capoarea Maria Giovanna Valentini e il poliziotto penitenziario Michele Giorgio oltre, naturalmente, l’entusiasmo dei detenuti stessi.
Dopo il successo iniziale, è nato un secondo progetto con nuovi partner, come la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, che ha portato alla creazione di uno studio di registrazione all’interno del carcere e all’incisione di due brani musicali.
Visitare un carcere è un’esperienza molto profonda, è un vero esercizio spirituale. Bisogna lasciare oltre i cancelli non solo i nostri oggetti personali ma soprattutto tutti nostri pregiudizi e superando gli otto cancelli (perché per arrivare fino al teatro ce ne sono otto) incontrare i detenuti con uno sguardo compassionevole e con un cuore aperto all’ascolto.
La musica si è rivelata uno strumento potente, offrendo ai detenuti due ore settimanali di libertà oltre le sbarre.
Questa esperienza per la comunità valdese di Foggia, oggi guidata dal pastore Maliq Meda, continuerà a essere la testimonianza all’Evangelo del Signore.
Otto cancelli possono limitare la libertà del corpo, non dell’anima».
Di Erika Szilagyi, da www.chiesavaldese.org