Essere pazienti nelle inquietudini umane

Un giorno una parola – commento a Ebrei 6, 15

 

Il Signore disse: «Non temere, Abramo, io sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà grandissima»

Genesi 15, 1

 

Così, avendo aspettato con pazienza, Abramo vide realizzarsi la promessa

Ebrei 6, 15

 

 

 

Nello scorrere caotico del mondo moderno, l’uomo è costretto ad un correre immane e perpetuo per inseguire sogni e chimere. Una modalità dei nostri giorni è il “tutto e subito”. Di conseguenza, la vita umana si consuma in una frenetica ed inutile corsa verso il nulla.

Non è così per le cose dello Spirito; così come i pensieri e le vie di Dio non ci appartengono (v. Is 55, 8), anche i tempi di Dio non sono i nostri tempi.

 

Non a caso la Scrittura ci invita ad aspettare i tempi di Dio (v. Ab. 2, 2-3). Nella nostra impazienza siamo presi dell’inquietudine: anche se il compimento delle nostre aspettative sembra ritardare, anche se le circostanze sembrano contrarie, le promesse di Dio troveranno compimento in accordo con il Suo piano di salvezza. 

 

Talvolta siamo perplessi davanti allo scempio che questa umanità distruttrice sta portando avanti nel presente secolo, ma non dobbiamo cadere nella tentazione di essere impazienti. Dio è sovrano dello spazio e del tempo, Egli è il Signore della storia ed ha un tempo stabilito per ogni cosa nella nostra vita. Inutile spendersi in calcoli: i tempi di Dio non sono i nostri tempi, Egli non arriva sempre quando desideriamo. Teniamo fiduciosamente stretti a Lui con fede certa: «Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per… essere soccorsi al momento opportuno» (Ebrei 4, 16).

 

Dio è fedele alla parola data, impariamo a fidarci di Lui mettendo la nostra vita nelle sue mani e gusteremo quella pace offerta da Cristo: «Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti» (Gv 14, 27).