Solidarietà alle isole di Mayotte devastate da un ciclone

Si tratta di un possedimento d’oltremare francese, alle prese con profonde povertà. Le parole dell’organizzazione umanitaria protestante La Cimade

 

«La Cimade desidera esprimere la sua profonda solidarietà agli abitanti di Mayotte, duramente colpiti dal passaggio del ciclone Chido. Le immagini spaventose dei danni provocati si riproducono in loop sui nostri schermi, e le scene di desolazione di cui siamo impotenti testimoni ci permettono di immaginare la portata della catastrofe. Di fronte a questo evento devastante, il nostro pensiero va alle vittime, alle loro famiglie e a tutte le persone colpite».

 

Così recita un comunicato che la storica associazione protestante francese Cimade, da più di 80 anni a fianco delle persone migranti, ha voluto rendere pubblico per manifestare la vicinanza agli abitanti del Dipartimento e Regione d’oltremare transalpino nell’Oceano Indiano. Le isole in questi anni sono tornate al centro dell’attenzione anche per essere diventate meta di un fenomeno migratorio che dall’Africa vede giungere piccole imbarcazioni i nquello che è a tutti gli effetti suolo francese sul quale chiedere asilo. Una situazione difficilmente gestita dalla politica della lontanissima Parigi, e infatti a più riprese sono giunti ammonimenti da parte di organismi internazionale per una situazione che sta aggravando le condizioni di vita della popolazione locale, già alle prese con una povertà diffusa e con gli effetti dei mutamenti climatici.

 

Mayotte, un territorio già colpito da notevoli problemi sociali, vede la sua situazione notevolmente aggravata da questa tragedia, facendo temere l’insorgere di una crisi umanitaria persistente e di portata senza precedenti. «Questo disastro è un brutale promemoria delle disuguaglianze strutturali che colpiscono l’isola, segnate da politiche pubbliche dai toni sempre più securitari e xenofobi – recita ancora il comunicato de La Cimade – . Le persone con uno status amministrativo precario, costrette a vivere in habitat fragili e antigienici, sono tra le popolazioni più colpite dal ciclone». Pochi edifici sono stati risparmiati e le abitazioni informali sono state quasi interamente distrutte, lasciando decine di migliaia di persone nella più totale indigenza.

 

«Dopo anni di politiche basate sulla continua ricerca ed espulsione degli stranieri, si teme che la sfiducia e la paura nei confronti delle autorità dissuaderanno i residenti dal cercare alloggio e dal ricorrere all’assistenza militare per paura di essere successivamente espulsi». In questo contesto, La Cimade ricorda che «i diritti e la dignità di tutti gli abitanti di Mayotte, indipendentemente dalla loro origine o status amministrativo, devono essere al centro della risposta all’emergenza e della politica di ricostruzione. Chiediamo quindi un messaggio forte da parte delle autorità pubbliche a favore di una risposta incondizionata ai bisogni vitali dell’intera popolazione e dell’assistenza reciproca tra le comunità per far fronte al disastro. Siamo pronti a mobilitarci al fianco degli enti locali e dei partner associativi per contribuire allo slancio di solidarietà che si sta strutturando».