Redattore Sociale chiude. Difficile crederci
Il comunicato del Cdr Giornalisti e dipendenti licenziati dal 10 gennaio: «Trattati come un costo aziendale, senza ricevere tutte le spettanze»
«Redattore Sociale chiude. Con decisione inderogabile dell’editore Comunità di Capodarco e del suo presidente don Vinicio Albanesi», questa è la notizia che arriva al mondo dell’informazione, e non solo, come un fulmine a ciel sereno.
Rdeattore Sociale è sempre stato un network capace di raggruppare diverse iniziative di informazione, documentazione e formazione sui temi sociali. Nato nella località di Fermo, nelle Marche, sin dal 1966 è stata una delle organizzazioni italiane più attive nell’intervento a favore di persone in difficoltà, diffusasi poi in varie regioni. Motore di questa rete, da sempre è stata la redazione dell’Agenzia giornalistica quotidiana Redattore Sociale, nata nel febbraio 2001.
«Redattore Sociale chiuderà tra un mese, il 10 gennaio. E in quello stesso giorno, saranno licenziati tutti i dipendenti e i giornalisti che hanno già pagato la crisi aziendale, con due anni di pesante cassa integrazione», così si legge nella nota inviata dal Cdr e dall’assemblea dei dipendenti.
«Redattore Sociale chiude senza aver tentato nessuna strada alternativa – prosegue il comunicato –. Da due anni, nonostante le sollecitazioni della redazione, l’editore non ha cercato nessun’altra soluzione per tenere in piedi un progetto che considerava ormai concluso. Poco importa che quel progetto in questi anni abbia raccontato per primo il disagio, economico e sociale, sempre crescenti nel nostro Paese. Che abbia dato voce agli emarginati, ai disoccupati, ai lavoratori poveri e a tutte quelle categorie di persone che, nella convinzione dei giornalisti di Redattore sociale, erano i primi a dover essere ascoltati, rilanciati e protetti.
Ecco, oggi i disoccupati siamo noi giornalisti di Redattore Sociale che, senza un lavoro, rischiamo di precipitare nelle stesse condizioni di disagio delle persone che abbiamo raccontato tante volte. […]
L’accordo che ci è stato proposto prevede non solo una significativa decurtazione delle indennità, ma le vincola alla riscossione di alcuni crediti. Senza garanzie, dunque, potremmo non avere niente». […] «L’impegno con i nostri lettori lo abbiamo sempre onorato, ci saremmo aspettati la stessa correttezza e affidabilità da parte dell’editore».
Finisce davvero così la storia di Redattore Sociale? Quella di una testata piccola, che in questi anni ha contribuito a migliorare il modo di fare informazione? Non vogliamo crederlo. Ma sarà così! Tanti colleghi e colleghe hanno partecipato ai seminari di Capodarco, si sono formati nel confronto e nello scambio che quelle giornate offrivano ai professionisti della comunicazione. «Quello che chiediamo oggi all’editore – conclude la nota – è che almeno si chiuda in maniera onorevole, dando ai lavoratori quanto spetta per legge. Senza trattamenti diseguali tra giornalisti, mettendo in pratica i valori dichiarati negli anni, che oggi stridono con l’accordo farsa proposto ai lavoratori di Redattore Sociale. Il Cdr e l’assemblea dei dipendenti».
La redazione di Riforma è vicina alle colleghe e ai colleghi di Redattore Sociale.