A Ginevra la Consultazione sulla giustizia di genere
Si chiude oggi la tre giorni che celebra i risultati del primo decennio dall’adozione della Gender Policy della Federazione luterana mondiale
Partecipanti provenienti da tutta la comunione globale si sono riuniti dal 9 all’11 dicembre a Ginevra per celebrare i risultati del primo decennio dall’adozione da parte della Federazione luterana mondiale della Gender Policy il cui obiettivo è identificare nuove strategie per costruire relazioni, teologie e chiese giuste in termini di genere all’interno della Comunione luterana e della società in generale.
La Politica sulla giustizia di genere, che fornisce principi teologici e pratici per il lavoro sulla giustizia di genere nelle chiese, è stata adottata dal Consiglio della FLM il 18 giugno 12013 e lanciata il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani, dello stesso anno. È stata tradotta in più di 20 lingue e utilizzata da molte chiese per sviluppare politiche simili per i propri contesti locali o nazionali. Alla consultazione hanno preso parte teologi di tutte le chiese membro della FLM, coordinatori della rete per la giustizia di genere e membri del Consiglio che lavorano in questo campo.
Come relatore principale all’apertura dell’incontro nella struttura di Bossey appena fuori Ginevra, il rev. Dr. Arnfríður Guðmundsdóttir, vicepresidente della FLM per la regione nordica, ha parlato dei modi in cui il linguaggio della fede è stato utilizzato nel corso dei secoli per negare alle donne la dignità e i diritti umani donati da Dio. La teologa femminista della Chiesa evangelica luterana d’Islanda e professoressa presso l’Università d’Islanda, ha esplorato come la Scrittura venga ancora utilizzata in modo improprio in molti luoghi oggi «per giustificare l’esclusione e il comportamento abusivo nei confronti delle donne», inclusa la negazione della possibilità di ordinazione o posizioni di leadership. Evidenziando alcune delle tensioni tra il linguaggio della fede e il discorso sui diritti umani, Guðmundsdóttir ha sottolineato che dall’Assemblea del 1984 a Budapest, la FLM ha ribadito un appello a tutte le sue chiese membro per una piena inclusione delle donne nella leadership. Negli ultimi dieci anni, ha osservato, la percentuale di chiese che ordinano donne è aumentata. Ma la sfida, ha insistito, va oltre i numeri e richiede la trasformazione di “sistemi di potere e privilegio che continuano a discriminare ed escludere».
Di fronte a una preoccupante reazione contro i diritti delle donne sia nella chiesa che nella società negli ultimi anni, Guðmundsdóttir ha sottolineato l’importanza dell’istruzione a tutti i livelli della vita della chiesa. «È fondamentale per il nostro viaggio verso una comunione più giusta in termini di genere», ha affermato, che «continuiamo a perseguire teologie responsabili, un linguaggio inclusivo, una rilettura della Scrittura sensibile al genere e la contestualizzazione della nostra politica».
Sono intervenute la dott. ssa Mary Streufert della Evangelical Lutheran Church in America, la reverenda dott. ssa Elaine Neuenfeldt di ACT Alliance ed ex responsabile del Women’s Desk della Flm, e Fabian Wilches, Senior Advocacy Advisor della Flm, che facevano parte del gruppo consultivo di genere che iniziò la stesura di una politica di genere a seguito del mandato dato dalle chiese in occasione dell’Assemblea della Flm del 2010 a Stoccarda. Condividendo ricordi di tappe ed esperienze avvenute durante quel processo, hanno parlato delle numerose sfide affrontate nel trovare un linguaggio che doveva essere accettato da leader provenienti da contesti teologici e culturali molto diversi.
Durante il primo giorno della Consultazione una sessione ha riflettuto sul ruolo e le responsabilità degli uomini nel lavoro di base per la giustizia di genere. Il leader dei giovani Rev. Jussi Luoma, della Chiesa evangelica luterana di Finlandia, membro del Consiglio della Flm, ha citato un recente sondaggio dal quale emerge che un quarto di tutti i giovani uomini nel suo paese ritiene che «le donne meritino la violenza che subiscono a causa del loro aspetto, del loro modo di vestire o di comportarsi». Ha sottolineato che «il cambiamento inizia da noi e abbiamo bisogno del coraggio dell’auto-riflessione per modellare un diverso tipo di mascolinità».
Durante il culto di apertura, la Rev. Dr. Marcia Blasi, Program Executive for Gender Justice and Women’s Empowerment della FLM, ha sottolineato il ruolo fondamentale del lavoro comune tra donne e uomini per costruire «un mondo in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere».