Con Matteo e con la parola biblica
Il libro di Anna Maffei e Massimo Aprile ci avvicina al testo evangelico e ci invoglia ad approfondirne la lettura
Uno strumento in più per avvicinarci alle Scritture; non solo per studiarle, ma per incrementare il nostro legame con loro. Il libro di Anna Maffei e Massimo Aprile sul Vangelo di Matteo* insiste fin dal titolo sul presupposto della “compagnia”: chi lo firma –spiega la pastora Cristina Arcidiacono nella prefazione – si rivolge direttamente all’evangelista, e d’altra parte la parola rimanda all’azione di dividere il pane (cum + panis); non basta: il testo deriva anche da studi biblici condotti via zoom quando la pandemia ci precludeva altri incontri.
Ma l’incontro fondamentale, quello che può orientare le nostre vite, è quello con la Parola fatta carne: una Parola che sembra necessariamente mediata da un Rav (così viene interloquito Matteo per buona parte del testo – spiega ancora Arcidiacono), ma che poi viene condivisa con un fratello più anziano. Allora chiediamoci: in quanti e in quali modi entriamo in contatto con questa parola evangelica? Le idee non ci mancano, le tradizioni neppure: dagli antichi valdesi al Risveglio all’evangelizzazione nel nostro Paese: ma resta invariata la domanda: in che modo ci accostiamo al testo evangelico?
Certo conosciamo la pratica dell’esegesi, non ci mancano i commentari, Internet ha moltiplicato i punti di vista; tutto si può fare e tanto si fa. Ma non basta, forse, a permeare di parole evangeliche le nostre esistenze quotidiane. Possiamo analizzare un “blocco unitario” (per esempio il Sermone sul monte), possiamo segmentare il testo e prendere in esame una particolare forma espressiva (pensiamo alle parabole). Si farà sicuramente un buon lavoro analitico, e ne sapremo più di prima. Ma riusciamo a vedere il testo di un Evangelo come un tutt’uno, avvincente come un romanzo, un universo in cui siamo portati a entrare?
È a questa esigenza che risponde il libro. Costruito linearmente, lungo il procedere del testo di Matteo, e interpolato da brevi riquadri per lo più sotto forma di preghiere o interlocuzioni con Dio, ogni capitoletto porta in testa un versetto e poi si diffonde su ciò che segue, dandoci l’idea dell’omogeneità. Poi magari la filologia e l’esegesi ci potrebbero smentire, ma il “portato” e la missione del testo, se è stato inserito, come lo è stato, nel canone, ha la sua logica: e quelle parole, così come sono disposte, ci parlano con forza, rendendo ognuno e ognuna di noi consapevoli del tesoro che ci viene affidato.
In questo percorso, alcuni momenti sono forti, e io ne segnalo, soggettivamente, alcuni che mi hanno toccato più di altri. Innanzitutto l’ammonimento, che viene da Gesù, a non ostentare ciò che si fa in suo nome: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Anna e Massimo intitolano il paragrafo in maniera graffiante: “Trombe e tromboni” (pp. 46-47; in Matteo siamo al cap. 6, 1-18). Poi ancora indicherei l’agile analisi di un primo lotto di parabole, quelle “del Regno” (Matteo 13, pp. 92-97), che ci interpellano direttamente fino a sentirci chiedere: «che terreno sono oggi? Attecchisce in me la parola?». E ancora, per la sua evidenza drammatica ed esistenziale (prima del racconto della Passione e della relativa tragedia), il compianto di Gesù per Gerusalemme (Mt 23, pp. 182-83): «La profezia parla di una casa lasciata vuota – scrivono – come nella visione del profeta Ezechiele quando la gloria di Dio abbandonò il Tempio di Gerusalemme. Ora però è Gesù stesso che sta per andarsene…».
Ecco, il dramma accresce il nostro coinvolgimento, come era l’intendimento sottotraccia al volume. La nostra familiarità con i fatti e con i sentimenti è tale da renderci consapevoli che «quando Gesù parla sappiamo con certezza che ora si rivolge anche a noi» (p. 92). C’è forse un modo migliore per invogliarci a rimetter mano alle nostre Bibbie fin da stasera?
* A. Maffei – M. Aprile, Matteo. Il Vangelo della compagnia. Torino, Claudiana, 2024, pp. 250, euro 24,50.