L’azione di Dio nella storia

Un giorno una parola – commento a Isaia 26, 12

 

Signore, tu ci darai la pace; poiché ogni opera nostra la compi tu per noi

Isaia 26, 12

 

Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace, e il Dio d’amore e di pace sarà con voi

II Corinzi 13, 11

 

 

Alla domanda come agisce Dio nella storia? Abbiamo risposto in molti modi nel passato. Questa domanda ci perseguita da quando abbiamo capito il rapporto tra l’opera salvifica di Dio e la progressione della storia verso l’eschaton. Isaia in realtà si domanda, forse, qualcosa di più profondo. Egli s’interroga sull’interazione tra le nostre azioni storiche (quel che facciamo collettivamente, questo è la storia compito collettivo altrimenti è biografia di singoli) e l’opera divina, come s’intersecano o incidono le une sull’altra (e viceversa), come possono coordinarsi in momenti precisi da individuare come paradigmi, o come diventano causa o conseguenza dell’azione collettiva umana del popolo eletto.

 

“Tu ci concederai la salvezza” perché “ogni nostra opera la compi Tu in noi”. Soltanto attraverso un paradigma dell’operare divino nella storia verremo talvolta a capo di questo apparente dilemma. Il popolo attraversa il mare per liberarsi dell’esercito di Faraone e fugge verso il deserto per scappare all’oppressore.

 

Ma penetrare nel mare e nel deserto è penetrare nella morte, null’altro si trova in fondo al mare o dentro il deserto. Le due azioni paradigmatiche le compie il popolo ma perché Dio le ha indicate come vie di salvezza. Israele compie due azioni che conducono necessariamente alla morte, ma a trasformare quelle azioni in salvezza è l’opera di Dio che divide il mare perché possano attraversarlo e trasforma il deserto in un luogo di vita. Azioni apparentemente suicide e disperate sono trasformate da Dio in via verso la salvezza perché compiute nel suo Nome.

 

Amen.