Appello a monitorare la misoginia sui social media nei 16 giorni di attivismo

Le azioni in materia di violenza di genere dell’Associazione cristiana mondiale per la comunicazione (Wacc)

 

«Nel 2023, ogni 10 minuti, partner e familiari hanno ucciso intenzionalmente una donna o una ragazza. La crisi della violenza di genere è urgente. Non esiste #nessunascusa per la violenza contro le donne e le ragazze. I 16 giorni di attivismo contro la violenza sono un’opportunità per rivitalizzare gli impegni, chiedere responsabilità e azione ai decisori politici, mentre il mondo si avvicina al 30° anniversario della Dichiarazione di Pechino e della Piattaforma d’azione nel 2025 – un progetto visionario per raggiungere l’uguaglianza di genere e la tutela delle donne», si legge sul sito dell’Associazione cristiana mondiale per la comunicazione (Wacc).

 

16 giorni di attivismo contro la violenza di genere – anche perché la violenza di genere è anche facilitata dalla tecnologia e continua a trasformarsi e a diffondersi in modi allarmanti:

 

  • l’anonimato fornito da Internet
  • la normalizzazione dell’odio online da parte della società nei confronti di donne e ragazze
  • l’ascesa dei movimenti digitali anti-genere (vedi il nostro articolo sul fenomeno Incel di Beatrice Petrella )
  • lassismo nella responsabilità da parte delle aziende tecnologiche
  • mancanza di consenso tra gli Stati sul fatto che il TFGBV sia in realtà violenza

 

Per celebrare la 33a edizione dei 16 giorni annuali di attivismo contro la violenza di genere, le Nazioni Unite nella campagna UNiTE – si legge ancora sul sito Wacc – chiedono azioni concrete, tra queste individuare la responsabilità degli autori di reati; l’accelerazione di strategie nazionali di contrasto alle violenze e dotare risorse adeguate e maggiori finanziamenti preventivi e ai movimenti per i diritti delle donne.

 

L’osservazione dei social media della Wacc invita ad agire in quanto il monitoraggio in quanto emerge che oltre il 50% dei post misogini, ad esempio su X (ex Twitter), sia che abbiano come target una donna specifica o le donne in generale, si concentrano sul body shaming. Sebbene uomini, donne, gruppi e organizzazioni siano responsabili di perpetrare la misoginia online, gli uomini tendono a pubblicare tali contenuti più di qualsiasi altra categoria di utenti dei social media; oltre 6 post di questo tipo su 10 sono scritti da singoli uomini.

 

#StopTFGBV: 3 modi per agire suggeriti dalla Wacc

 

  1. Diventa un osservatore dei social media

Facci sapere se desideri partecipare all’osservazione globale dei social media

  1. Invita altri a partecipare

Riunisci amici, familiari e colleghi per formare un team di sorveglianza dei social media. Scarica il nostro toolkit di formazione https://waccglobal.org/resources/gender-justice/toolkit-against-tfgbv/ per scoprire come applicare gli strumenti di raccolta dati. Monitora come una squadra, quindi condividi i tuoi risultati con noi.

  1. Sostieni l’Osservatorio

Contribuire con finanziamenti o partenariati in natura per sostenere l’espansione dello sforzo globale. Contattaci per i dettagli.

 

 

 

 

Immagine: Incrementare l’alfabetizzazione mediatica digitale in India con il partner WACC Ideosync Media Combine. Credito: Ideosync Media Combine