Dio è paziente con noi
Un giorno una parola – commento a Luca 13, 8-9
Il Signore, vostro Dio, è misericordioso e pietoso, lento all’ira e pieno di bontà, e si pente del male che manda.
Gioele 2, 13
Il vignaiolo gli rispose: “Signore, lascialo ancora quest’anno; gli zapperò intorno e gli metterò del concime. Forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai”
Luca 13, 8-9
L’idea di un Dio immutabile e impassibile, tanto cara alla visione greca del divino come somma di ogni perfezione, è lontanissima dal Dio che incontriamo nella Scrittura, e altrettanto lontano dal Dio della Bibbia è quella di un giudice spietato, che applica la legge data all’uomo senza appello e implacabilmente. Lo sa bene Giona, che, piuttosto che rallegrarsi per l’efficacia della sua predicazione, quando il Signore risparmia i Niniviti pentiti e la loro città, se la prende con quel Dio che può cambiare idea rimettendo in campo la sua misericordia, la sua pietà e, soprattutto, la sua pazienza.
La Bibbia, soprattutto l’Antico Testamento, anche se come in una similitudine, attribuisce a Dio emozioni e sentimenti umani: risentimento, dispiacere, ira, gelosia, amore. Dio è di volta in volta un padre severo ma amorevole, uno sposo innamorato e geloso, colui che giudica e punisce. Il giudizio e la punizione, tuttavia, arrivano solo dopo che è stato concesso tempo e modo di comprendere, di pentirsi e cambiare strada, tanto al singolo che al popolo.
Nel dialogo che Luca ci racconta pare si descriva un confronto nell’animo di Dio tra ciò che è ragionevole e opportuno fare e ciò che misericordia e bontà suggeriscono: alla fine prevale il cuore. Il Signore dà tempo e modo, come fa il vignaiolo, che prepara il terreno e mette il concime, affinché quel fico improduttivo possa dare finalmente qualche frutto. Dio, come il vignaiolo, è paziente con noi, che siamo, talvolta, come quel fico: senza frutti, apatici, tristi, impazienti, pronti sempre a lamentarci e meno a fidarci di Dio e ad affidarci a lui. Non abbiamo nei confronti del Signore quella pazienza che lui esercita verso di noi: presi al laccio, nell’afflizione e nel dolore, chiediamo inquieti, nell’attesa di un’alba che tarda: “Sentinella, a che punto è la notte?” (Isaia 21, 11). L’alba viene: accompagniamo, dunque, fiduciosi con la nostra pazienza la benevola pazienza di Dio, diamo a Dio tempo come lui dà tempo a noi.
Amen.