Cop29: «La bussola deve essere il bene comune»

Accorata lettera dei leader religioso francesi in occasione della Conferenza Onu sul clima in corso a Baku

 

La Conferenza dei leader religiosi francesi (Crcf) ha inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica e al Primo Ministro francese in occasione della COP29 a Baku per sensibilizzarli sulle questioni ecologiche. Vengono avanzate proposte concrete su tre temi chiave: il finanziamento delle misure ecologiche, l’uscita dai combustibili fossili e la riduzione delle emissioni di gas serra.

 

La Conferenza dei leader religiosi francesi è composta dal pastore Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia, da monsignor Eric de Moulins-Beaufort, presidente dei vescovi cattolici, da padre Dimitrios, presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi, da Haïm Korsia, Gran rabbino di Francia, da Antony Boussemart, presidente dell’Unione buddista francese e da Chems-Eddine Hafiz, rettore della Grande moschea di Parigi.

 

Ecco il testo integrale della lettera:

 

Signor Presidente della Repubblica, signor Primo Ministro, In cammino verso la COP29 sul clima e poi verso la COP30 nel 2025, e mentre si attendono i testi chiave della pianificazione ecologica francese, noi, leader religiosi in Francia, vorremmo sfidarvi ancora una volta con una voce comune. Con solennità vi invitiamo a salire all’altezza della Storia.

 

Più di sessanta notti di fila sotto il soffocante caldo tropicale di Nizza. Nuovi episodi di temporali, piogge torrenziali, inondazioni e smottamenti terribili e disperati, nel Pas-de-Calais e altrove. La siccità continua nella regione di Narbonne… Dal sud al nord del nostro paese, il cambiamento climatico colpisce e rende questo tipo di eventi più frequenti e più intensi. A livello globale, il 2024 sarà sicuramente un altro anno record, dopo quello del 2023. I drammi hanno fatto notizia in tutto il mondo, dalle alluvioni mortali in India, Ciad e Spagna, ai 150.000 ettari di foreste andati in fumo in California, passando per la Mecca schiacciata da una temperatura superiore a 51°C.

 

È dovere della Francia dare l’esempio, per garantire l’attuazione degli impegni stabiliti alla COP21 di Parigi e ispirare nuove misure a sostegno della transizione ecologica. Abbiamo bisogno di una spinta politica, dato il rischio che corre tutta l’umanità se non riduciamo drasticamente e immediatamente le nostre emissioni. Innumerevoli vite andranno perse, intere popolazioni migreranno per sopravvivere, si temono guerre, ad esempio per l’acqua.

 

Come leader del nostro Paese, e dato il peso diplomatico della Francia, avete un ruolo cruciale da svolgere. Signor Presidente, signor Primo Ministro, la sfida ecologica vi chiede di incarnare il potere politico in ciò che è più degno: aiutare a trascendere gli interessi particolari per aprire una strada verso il bene comune. Prima di tutto, si tratta di dire la verità. È giunto il momento di affermare con chiarezza l’assoluta urgenza rappresentata dal cambiamento climatico, dalla massiccia distruzione di popolazioni e specie animali e vegetali, dal superamento dei limiti planetari e dall’esaurimento delle risorse. Salvaguardare l’abitabilità della Terra per noi esseri umani e per la vita nella sua splendida profusione è la sfida principale: tutte le altre questioni dipendono da questo.

 

Chiediamo anche il coraggio di cambiare paradigma. Rifiutiamo la prospettiva di una “transizione” basata sull’illusione di una crescita illimitata e di una fiducia cieca nella tecnologia. Certo, la creatività e l’innovazione sono importanti, ma gli sconvolgimenti ecologici in corso affondano le loro radici in rappresentazioni del mondo e di valori che è essenziale ripensare. Denunciamo il materialismo, l’avidità e l’individualismo come ecocidi. Ricchi della diversità delle nostre fedi buddista, cristiana, ebraica e musulmana, immaginiamo una trasformazione ancorata alla consapevolezza dell’interdipendenza di tutti gli esseri, al rispetto per la vita e alla ricerca di giustizia e pace.

 

Infine, chiediamo responsabilità di fronte alla Storia. Il primo dei debiti ecologici è quello che, in generale, i paesi del Nord, compresa la Francia, hanno nei confronti dei paesi del Sud. Sentiamo il clamore dei nostri fratelli e sorelle: sono innanzitutto i più poveri che sono e saranno i più colpiti, mentre hanno una responsabilità ecologica limitata, se non nessuna. La giustizia climatica deve rimanere la nostra bussola. Le due settimane della COP29 in Azerbaigian e poi i mesi che precedono la COP30 in Brasile, che sarà un incontro ancora più importante, vi offrono una finestra di opportunità per trasformare queste indicazioni in realtà.

 

Desideriamo evidenziare tre temi chiave: I finanziamenti post-2025 saranno al centro della COP29. Chiediamo alla Francia di: sostenere la definizione di un obiettivo di almeno 1.000 miliardi di dollari nuovi e aggiuntivi all’anno, sotto forma di donazioni o prestiti a tasso quasi zero; di dichiararsi favorevole alla cancellazione pura e semplice dei debiti finanziari dei paesi del Sud; di preservare, o addirittura aumentare, i mezzi finanziari per la transizione nel proprio bilancio. Un futuro sostenibile richiede un’uscita rapida ed equa dai combustibili fossili; questa visione, a cui si avvicinava la COP28, deve essere difesa. Chiediamo alla Francia di: dichiararsi a favore di un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, sostenere il divieto della presenza alla COP di lobbisti dell’industria fossile, innalzare il proprio obiettivo al -55% delle emissioni lorde entro il 2030.

 

Chiediamo la vostra vigilanza e il vostro sostegno affinché la società civile, in tutti gli spazi, possa far sentire la propria voce nel rispetto dei suoi diritti e senza essere criminalizzata. Consapevoli delle difficoltà del vostro compito, contiamo sulla vostra capacità di prendere come bussola il bene comune, affinché le COP e le politiche nazionali contribuiscano pienamente a proteggere la vita dei vostri fratelli e sorelle umani e la diversità della vita. Ribadiamo il nostro impegno dello scorso anno a sostenere i fedeli delle nostre fedi o religioni con obiettivi ambiziosi.