Ticino, chiese in cammino
Il giornale svizzero Voce Evangelica racconta una giornata di riflessione sul presente e sulle sfide future delle chiese
Una chiesa che discute e che guarda al futuro: le comunità evangeliche riformate ticinesi – del Sottoceneri (CERS), di Locarno (CERL) e Bellinzona (CERB) – si sono date appuntamento il 12 ottobre per una giornata di riflessione sul presente e sulle sfide future delle chiese, promossa dalla Chiesa evangelica riformata nel Ticino (CERT). Gli aspetti critici – come il calo della partecipazione ai culti o la difficoltà ad aggregare le persone giovani – sono stati “messi sul tavolo”, insieme ai progetti nuovi. La giornata di Bellinzona è stata organizzata e gestita dal “gruppo rinnovamento” istituito dal Sinodo della CERT.
La chiesa siamo noi
La giornata dedicata alla “chiesa in cammino” suggeriva il tema “la chiesa siamo noi”. Una quarantina di persone hanno rappresentato le tre comunità cantonali. Mettendo insieme pensieri e domande, i partecipanti e le partecipanti hanno individuato alcune priorità, sotto la guida del gruppo “rinnovamento Chiesa in cammino”, che ha proposto un percorso strutturato e allo stesso tempo aperto. Sono stati all’ordine del giorno temi centrali, come i fondamenti della fede riformata oggi, ma anche questioni e proposte molto pratiche. La formazione dei giovani può essere messa in rete? E il battesimo, può essere celebrato in modo anche non tradizionale, uscendo dalle chiese, andando davvero incontro alle famiglie? E ancora, una periodica festa comunitaria congiunta, quanto potrebbe aiutare la crescita e la motivazione delle singole comunità?
Non avere paura del cambiamento
Ulrico Feitknecht, presidente del Sinodo Cert e componente del gruppo rinnovamento, ritiene che il cambiamento spesso può intimorire. “Ma, come chiese riformate, per noi non è una novità: sono 500 anni che noi riformiamo la chiesa, anche per entrare in rapporto con i vari sviluppi della società: pensiamo ad esempio alle sfide che ci giungono oggi da temi come il genere, le diverse forme di matrimonio e convivenze. Sono questioni che ci interrogano, proprio perché siamo una comunità viva”.
Aprire le porte, formare, accogliere
I gruppi di lavoro hanno toccato svariati temi. Con molti argomenti ricorrenti: certamente c’è il ramo amministrativo e finanziario, ma poi si è parlato delle attività delle comunità e di come promuovere la crescita spirituale dei membri di chiesa e ancora l’aspetto della visibilità esterna. Aprirsi di più a tematiche di giustizia sociale, per esempio. Ma anche, più semplicemente, iniziare ad aprire le porte delle chiese: non solo in occasione del culto, ma anche durante la settimana, per attività culturali o di carattere spirituale. Anche il tema dell’accoglienza ha avuto il suo spazio: questo significa in primo luogo porte aperte delle chiese, saper accogliere chi si affaccia per la prima volta nel locale di culto e costruire con lui o con lei una relazione di ascolto e rispetto.
Rivisitare i fondamenti della fede riformata, quindi: il fondamento biblico, il tema della responsabilità verso gli altri e verso la chiesa, ma sapendo guardare anche alle sfide di oggi e alle questioni difficili: come ad esempio il dato di fatto che i membri di chiesa sono in calo e la frequenza al culto è ugualmente in ribasso. A Bellinzona, le chiese riformate ticinesi hanno provato a guardare oltre, fare dei progetti nuovi, consapevoli, come ha ricordato il pastore Daniele Campoli nella sua riflessione biblica, che c’è una potenza che va ben oltre noi stessi: invochiamola!”.