Torino, via Sacchi: una lapide in ricordo di Norberto Bobbio

Sul muro dell’abitazione in cui il filosofo visse e che fu luogo di incontro e studio

 

In questo 2024 molti sono stati i momenti che hanno voluto ricordare i vent’anni dalla morte di Norberto Bobbio (1909-2004), dei quali è stato promotore il Centro Gobetti, fondato nella storica casa di Ada e Piero Gobetti – che conserva anche la Biblioteca e l’Archivio  del filosofo – e di cui  lui è stato presidente dalla sua fondazione al 1993.  In particolare, il Centro Gobetti, in sinergia con altre importanti istituzioni culturali torinesi, ha indetto un seminario in tre giorni (14-16 ottobre), con relatori di alto rilievo, di cui qui in questo breve spazio è impossibile riferire dettagliatamente, ma di cui speriamo siano pubblicati gli Atti.

 

Ma è stato il tema dell’amicizia, così importante nella vita del filosofo, ad essere ricordato il 18 ottobre, dal direttore  del Centro Gobetti, Pietro  Polito, in un articolo su  “La  Stampa” , a proposito dell’inaugurazione di una lapide – alla presenza e con l’intervento di autorità cittadine – posta sulla casa di via Sacchi 66, dove Bobbio visse e che fu un luogo di incontro “ dove sono nate tante amicizie personali e scientifiche”. La lapide porta inciso “Educò intere generazioni alla pace, ai diritti, alla democrazia”, citando una stessa frase del filosofo tratta dal suo libro “Italia civile”: “Ho imparato a rispettare le idee altrui,/ ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza,/ a capire prima di discutere,/ a discutere prima di condannare”.

Il tema dell’amicizia ricordato qui a proposito della casa di Bobbio, fu così importante  anche  nella vita e nell’opera di Piero e Ada Gobetti: indimenticabile la dedica  che lei scrisse al suo “Diario partigiano” e che cito qui liberamente: “Ai miei amici  vicini e lontani, di vent’anni e di un’ora sola, perché proprio l’amicizia m’è parso il significato intimo, il segno della nostra battaglia : un valore in se stessa, perché in essa forse è il senso dell’uomo. Soltanto se riusciremo a salvarla, a ricrearla al di sopra di tanti errori e di tanti smarrimenti (…) allora potremo ripensare al nostro passato e rivedere il volto dei nostri amici, vivi e morti, senza malinconia e senza disperazione.”

 

Ritornando al convegno, il 14 ottobre, in collaborazione con l’Accademia delle Scienze, nella bellissima antica Sala dei Mappamondi, si è svolta un’intera giornata intesa a presentare “Un uomo del ‘900”, cioè la figura dell’intellettuale e del suo impegno come commentatore politico, scrittore  e filosofo, collocata nel suo tempo – il “secolo breve” –  e studiata attraverso i principali “suoi Autori”, coloro i cui scritti ne  hanno influenzato la formazione  e il confrontarsi, nei vari aspetti del suo interesse intellettuale  (da Croce a Cattaneo a Kelsen a Max Weber).

 

Il 15 ottobre, in collaborazione col Polo del ‘900, una seconda giornata è stata dedicata a sviscerare i temi che Bobbio affrontò riguardo  alle “ideologie del’900”, in particolare il fascismo, il nazionalismo, il liberalismo, il socialismo, il comunismo, e il suo impegno fino alla fine sui “valori della Resistenza”. Nel pomeriggio i relatori si sono confrontati su una serie di temi specifici che sono stati alla base della riflessione di Bobbio , anche in rapporto ai problemi dell’oggi : la democrazia, i diritti umani, la guerra e la pace, il dialogo. “Uomo del dialogo”- infatti-è stata una delle definizioni più pregnanti di Bobbio. Infine, il 16 ottobre, nella sede del Circolo dei lettori, una tavola rotonda di studiosi di diversa formazione ha ripreso molti di questi temi, in un confronto a tutto raggio.

 
Da La Porta di Vetro.com
 
Foto di Piera Carbone