Valdesi: storia di una storia

Inaugurata, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’innovativa mostra documentaria sulla figura di Valdo e del movimento valdese

 

Ancora nel 1904, l’annuale opuscolo della Société d’Histoire Vaudoise, destinato ai bambini delle Valli, esordiva con questa domanda: «Sai tu perché ti chiami Vaudois, e in italiano Valdese? È in memoria di un uomo, chiamato Pietro e soprannominato Valdés o Valdo, vissuto nel XIII secolo dopo Gesù Cristo. È a lui che risale la chiesa valdese, anche se, secondo una tradizione, è sempre esistita fin dai tempi degli Apostoli». È questa una delle ultime testimonianze scritte della persistenza di un mito grandioso, o se si preferisce di una illustre tradizione, che per secoli e secoli faceva risalire addirittura ai tempi dei discepoli di Gesù la nascita della Chiesa valdese, come se questa fosse ancora più antica, e di conseguenza più autentica, della Chiesa di Roma.

 

Dominante dal Trecento fin quasi a metà dell’Ottocento, questa suggestiva e altamente efficace, anche se storicamente insostenibile, costruzione dell’identità primigenia di una chiesa, si spense poi rapidamente, a cavallo fra Otto e Novecento, quando i nuovi e più rigorosi studi sulle fonti documentarie dimostrarono una volta per tutte che le origini del movimento valdese andavano ricondotte a Valdo di Lione, e che non erano di conseguenza mai esistiti dei fantomatici “valdesi prima di Valdo”.

 

Traggo questo esempio dell’opuscolo del 1904, a mio parere particolarmente significativo, dalla splendida mostra «Valdo e i valdesi tra storia e mito. La costruzione della storia valdese nella cultura europea dal Medioevo a oggi». A cura della Fondazione Centro culturale valdese Torre Pellice, e già esposta a Torre in occasione della ricorrenza degli 850 anni della conversione di Valdo di Lione e dell’origine del movimento valdese, questa stessa mostra viene ora esposta presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

Addirittura? – qualcuno potrebbe pensare – ma non è una provocazione, dopo tutto quello che la Chiesa di Roma ha fatto passare ai poveri valdesi? No, non lo è, non solo perché ormai siamo in tempi di costruttivo dialogo ecumenico, ma anche perché studiare, discutere e comprendere assieme, sul piano di una rigorosa ricerca storica, come siano andate allora le cose, ai tempi di Valdo e nelle tappe successive del movimento valdese, è oggi interesse condiviso da parte di studiosi cattolici, protestanti e laici.

 

Lo si è sottolineato e spiegato abbondantemente sabato 12 ottobre, nel convegno che ha inaugurato la mostra, con interessanti e anche appassionanti interventi di Bruna Peyrot (presidente della Fondazione Centro culturale valdese); Davide Rosso (direttore della medesima Fondazione); Marco Rizzi e Marco Giuseppe Rainini (Università Cattolica); Gian Paolo Romagnani (Università di Verona e presidente della Società di Studi valdesi); Marco Fratini e Samuele Tourn Boncoeur (curatori della mostra).

 

Dopo il convegno i due curatori hanno offerto ai presenti una visita guidata fra le due sezioni della mostra: la prima dedicata alla figura di Valdo, sulla base delle poche notizie storiche disponibili; la seconda incentrata non tanto sulle vicende del movimento valdese, quanto sulle diverse e controverse interpretazioni intorno alle origini valdesi, che per ben otto secoli appassionarono non solo gli storici ma prima ancora i teologi e gli uomini di chiesa di diverse confessioni e nazionalità. Gli uni attribuendo a Valdo le origini del movimento, gli altri trascurando Valdo per richiamarsi a una più incerta ma più fascinosa identità apostolica. Ripercorrendo di pannello in pannello, di grafico in grafico, documento dopo documento, la ricostruzione del passato valdese, la mostra non si limita però a ridisporre e a riordinare con approccio scientifico i risultati attuali della ricerca storica e a indicare le aree ancora di incerta interpretazione. Così facendo infatti l’esposizione finisce a propria volta per mettere in scena, come in un incalzante dramma teatrale, la storia stessa dei valdesi. In altre parole, questa mostra si presenta come una “storia della storia valdese”, cioè come un magnifico, ma rigoroso racconto della raffigurazione di un movimento, scaturito nel più remoto Medioevo, ma giunto vivissimo fino a noi.

 

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L’esposizione della mostra è promossa da: Università Cattolica del Sacro Cuore; Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice; Chiesa evangelica valdese di Milano; Centro culturale protestante di Milano.

Sede e orari: da sabato 12 ottobre a martedì 5 novembre, via Nirone 15, Milano; lunedì-venerdì: dalle ore 9 alle 18; sabato: 9-13; ingresso libero.

Il Catalogo è in vendita presso la libreria Vita e Pensiero, largo Gemelli 1, Milano oltre che nelle librerie Claudiana al prezzo di 5 euro.