Inviate a Mattarella e Meloni le mozioni Ucebi “Atti di pace” e “Nazionalismo religioso”

Votati dalla 47ª Assemblea generale dell’Unione cristiana evangelica battista, copia dei documenti è stata spedita anche all’Ambasciata di Israele, Ucraina, Russia e alla rappresentanza della Palestina in Italia
 

 

La 47ª Assemblea Generale dell’Unione cristiana evangelica Battista d’Italia (UCEBI) ha approvato all’unanimità due mozioni: “Atti di Pace” e  “Nazionalismo religioso”.

L’Assemblea ha inoltre incaricato il Comitato Esecutivo dell’UCEBI di inviare copia di tali Atti al Presidente della Repubblica, al Capo di Governo, all’Ambasciata di Israele, Ucraina, Russia, alla Rappresentanza della Palestina in Italia e agli organi di informazione nazionale.

 

«Questa decisione riflette l’impegno della nostra Unione nella promozione della pace e del dialogo interreligioso» dichiara l’UCEBI.

 

Qui gli atti integrali: Atti 18 e 19 AG 2024

 

Qui invece l’articolo che il pastore Gabriele Arosio ha preparato per Riforma a seguito dell’Assemblea Ucebi, proprio per spiegare la genesi dei due atti:

 

Un momento molto importante della 47a Assemblea Ucebi (Unione cristiana evangelica battista d’Italia) che si è svolta dal 19 al 22 settembre a Montesilvano (Pe) è stata l’approvazione delle mozioni intitolate “Atti di pace” e “nazionalismo religioso” : un’articolata e motivata presa di posizione sull’attualissimo e drammatico momento che viviamo.

 

Il dibattito sulle mozioni è stato maturo e concorde e sono così entrambe passate con voto unanime.

Per tutto il gruppo degli “Ambasciatori e Ambasciatrici di pace” – costituito dal Comitato esecutivo nel novembre 2023 – che vi ha precedentemente lavorato, è stato un bel risultato perché nel momento dell’elaborazione non era mancata la condivisione di qualche apprensione. Esprimere un giudizio su un tema di così stringente attualità e di carattere potenzialmente divisivo aveva i suoi rischi.

 

La prima mozione è si intitola “Atti di pace” ed esprime un discernimento sapienziale sulla guerra “una delle più evidenti espressioni del peccato umano e del fallimento della politica, intesa come ricerca del bene comune”. Soprattutto articola una valutazione degli attuali conflitti in corso, quello israelo-palestinese e russo ucraino.

 

Per concludere con un impegno a percorrere la difficile ma determinante via della nonviolenza: «riaffermando che la nostra fonte di ispirazione è Cristo e i suoi profeti, anche moderni come Martin Luther King jr, che ha lottato per i diritti civili, contro la guerra e la povertà, l’assemblea esorta le chiese a continuare ad avere il coraggio di affermare “La forza di amare”, anche il nemico, nella mezzanotte dell’odio e della vendetta perché “l’occhio per occhio fa il mondo cieco!”».

 

La seconda mozione si intitola “Nazionalismo religioso” e formula una presa di posizione netta e argomentata contro ogni strumentalizzazione nazionalista della fede anche e proprio in nome della storia battista: «considerando che da oltre 400 anni i battisti nel mondo si impegnano per una separazione netta tra le istituzioni religiose e quelle politiche e di governo, quale modo migliore per proteggere la libertà religiosa, madre di tutte le libertà, l’Assemblea riconosce e respinge la tentazione da parte delle religioni costituite, cristianesimo compreso, di diventare puntelli nazionalistici del proprio Paese per riceverne in cambio privilegi».

 

Ora sono più che mai la Scrittura e i/le testimoni di pace che ci hanno preceduto a dover illuminare la nostra strada. Per altro proprio durante l’Assemblea era risuonata la bellissima lettura di Ebrei 12, 1-2: «Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta».

 

Come Unione di chiese sappiamo che i/le testimoni della pace non ci precedono: ci circondano. Come fratelli e sorelle contiamo su questa energia e su questa luce.

 

 

 

 

Foto di Martina Caroli