Che «genere» di «media» sei?
Il Gmmp è il più grande “luogo” di incontro e di studio dedicato all’analisi di genere dei media mondiali e nel 2025 celebrerà il suo 30° anniversario di attività
«Meet the Coordinators» è la nuova iniziativa che propone una serie di blog sul sito web Who Makes The News dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (Wacc) e che offre uno spaccato del lavoro che molte persone e organizzazioni attuano in contesti legati al monitoraggio dei media nel contesto del Global Media Monitoring Project (Gmmp), e che da sette edizioni propone un appuntamento condiviso e un Rapporto di studio, analisi e dati.
Il Gmmp, infatti, è il più grande “luogo” d’incontro e di studio dedicato all’analisi di genere nei media mondiali e che nel 2025 celebrerà il suo 30° anniversario di attività.
Fin dal suo esordio nel 1995, l’iniziativa è sempre stata un “faro d’azione” della Wacc con i suoi riflettori puntati sui media per promuovere l’uguaglianza di genere.
La coordinatrice globale Sarah Macharia nella sua intervista raccolta dalla Wacc per dare il via alla serie di blog ha rilevato: «Questo progetto, transnazionale, abbraccia oltre cento nazioni e ha dato un contributo ineguagliabile alla conoscenza sulla pervasività e la persistenza di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni, che da sempre sono basate sull’identità di genere» afferma Macharia, proseguendo che è il lavoro in essere è
«come una lente correttiva, che rende visibili le aree in cui è necessario un intervento. I risultati del Gmmp continuano a rafforzare il sostegno della società civile nel settore dei media e nei forum politici di governance e grazie a iniziative tese a promuovere la giustizia di genere nei – e soprattutto attraverso – i media», ha poi aggiunto.
Le interviste contenute e realizzate «consentiranno alle persone di scoprire chi siamo e cosa ci motiva. Nonché, quanto il coordinamento nazionale insieme alle altre organizzazioni, sia in grado di utilizzare i risultati del Gmmp per spostare l’ago della bilancia sull’uguaglianza di genere nelle notizie, in quanto – ha proseguito –, il panorama dei media è cambiato nel corso degli ultimi trent’anni e da quando la Piattaforma d’Azione di Pechino, adottata alla Quarta Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle Donne, ha riconosciuto la necessità di monitorare i media e da quando si tenne il primo Gmmp».
«Le preoccupazioni che hanno portato alla nascita del Gmmp tre decenni fa, tuttavia rimangono», ha chiosato Macharia .
Dunque, mentre il Gmmp si avvicina alla sua Settima edizione con la pubblicazione del Rapporto che monitora i media (in uscita nel 2025), la Rete sta ampliando l’organico di lavoro con nuovi coordinatori e sta adattando la sua metodologia alle attuali tecnologie multimediali.
Foto: Coordinatrice globale del Gmmp Sarah Macharia. Gregg Brekke Media