Chiese Battiste d’Italia e dello Zimbabwe, un’amicizia radicata nella fede e nella reciprocità
Firmato un nuovo accordo per la missione comune, basato su dignità, fiducia e scambio di doni
«Come uomini e donne, africani ed europei, oggi più che mai consapevoli dei profondi solchi scavati da secoli di colonialismo, razzismo, discriminazione sessuale, pregiudizi religiosi, appropriazione delle risorse della terra e povertà, accogliamo ancora una volta il dono della riconciliazione e dell’unità che per la grazia del nostro Signore ci è stato concesso nella vita, nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo.
Nel suo nome oggi solennemente rinnoviamo il nostro patto per la comune missione, fondato sulla reciproca fraternità, sul riconoscimento degli stessi valori e della stessa dignità che le nostre chiese e i nostri popoli hanno dinanzi a Dio.
Per questo riaffermiamo che la nostra cooperazione debba basarsi sul reciproco scambio dei doni spirituali e materiali, nonché della nostra cultura e delle nostre esperienze, ripudiando ogni forma di paternalismo e vittimismo».
È uno stralcio del bel documento di rinnovo del Patto di cooperazione nella missione firmato durante l’Assemblea dal neo eletto presidente dell’Ucebi (Unione cristiana evangelica battista d’Italia), past. Alessandro Spanu e dal past. Chamunorwa Henry Chiromo, fiduciario e rappresentante delle Chiese Battiste dello Zimbabwe.
Un testo impegnativo che riprende e conferma quello approvato nel 2006 che ha fatto da faro nei diciotto anni di lavoro e testimonianza comune.
Le parole chiave di questo legame di amicizia cresciuto nel tempo sono reciprocità, dignità, fiducia. Reciprocità nello scambio di doni, riconoscimento della dignità di tutti e di ciascuna, fiducia che ciò che insieme si comincia sarà portato a compimento.
Nei diciotto anni di questa amicizia e lavoro comune si sono realizzati fecondi scambi di visite, si sono iniziati e completati molti programmi di sostegno, altri si sono consolidati e sono attualmente in corso. Il programma di adozioni a distanza è fra questi ultimi. Attualmente sostiene 200 fra bambine e ragazzi. Ha come scopo primario quello di garantire il diritto allo studio dei e delle beneficiari/e, dando loro sostegno tramite la rete delle comunità di appartenenza e le famiglie allargate dove i/le piccoli/e sono accolti.
In Assemblea erano presenti il coordinatore per l’Italia, Poalo Hou e la past. Evelyn Gora Phiri, coordinatrice per lo Zimbabwe. Entrambi hanno il compito di tenere i collegamenti fra i genitori adottivi, e i bambini e le bambine tramite i pastori e le pastore di riferimento. La pastora Phiri ha una storia di vita molto travagliata particolarmente per l’ostilità di un gruppo di pastori zimbabwani contrari al pastorato femminile. Solo la ferma posizione della comunità che è stata fermamente accanto alla sua pastora ha evitato il peggio. In assemblea la pastora ha contribuito con la sua voce dolce e profonda ad un momento di canto molto intenso in cui tutta l’assemblea è stata coinvolta.
Membro della delegazione zimbabwana era anche il dott. Chakafa che assiste l’Ucebi nel fornire aiuti mirati all’Ospedale Sanyati e ai sei ambulatori rurali, il più importante dei quali è assicurare incentivi a medici e infermiere/i perché rimangano nelle loro sedi, essendo i territori dove sono dislocati remoti e privi quasi di tutto. Negli anni, prima che l’Unione battista avesse accesso ai finanziamenti 8×1000, è stata la Chiesa Valdese a fornire sostegno all’Ospedale, consentendo che rimanesse aperto in periodi di grave siccità e carestia.
Il gruppo di lavoro che porta avanti operativamente la partnership con lo Zimbabwe, presieduto dalla past. Antonella Scuderi, ha poi organizzato nella settimana successiva all’Assemblea visite della delegazione a varie chiese nel sud e nel nord del nostro paese, tour culminato con un convegno ospitato dalla Camera dei deputati il 30 settembre.