In cammino con la guida di Dio
Un giorno una parola – commento a Isaia 49, 10
Non avranno fame né sete, né miraggio né sole li colpirà più; poiché colui che ha pietà di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua.
Isaia 49, 10
La donna gli disse: «Signore, dammi di quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere»
Giovanni 4, 15
I verbi al futuro mi fanno uno strano effetto: da una parte mi mettono ansia, mi trasmettono incertezza perché non è possibile essere sicuri che qualcosa che non è ancora accaduto avverrà.
Dall’altra parte i verbi al futuro alimentano la speranza, aprono ad una situazione comunque nuova, diversa da quella presente, e questo significa che è possibile cambiare: non mi trovo in uno scenario destinato a durare per sempre.
I verbi al futuro sono anche i verbi della promessa di Dio. Una promessa di vita vera, di un’esistenza dignitosa, di benessere e serenità. Una promessa che ci coinvolge e ci fa scoprire, come il popolo a cui è diretta, in cammino verso casa, verso un luogo accogliente, sicuro, tranquillo.
Ma il viaggio, il cammino, è sempre incerto e anche noi, sebbene in modi diversi, ce ne rendiamo conto. La difficoltà di reperire cibo e acqua, di affrontare il caldo, di orientarsi, sono le necessità che ancora oggi ci assillano: la sopravvivenza, la sicurezza, il benessere. Essendo in cammino abbiamo la speranza che ad ogni passo la situazione possa cambiare e per questo cerchiamo di non demoralizzarci avanzando. Ma la promessa di Dio ci offre qualcosa in più rispetto a ciò che ci aspettiamo: il cambiamento ci sarà, e non in seguito a fortunate coincidenze, ma perché Dio stesso, fedele alla sua promessa, si occuperà di noi fino a quando non arriveremo, con la sua guida, alle sorgenti d’acqua.
La promessa di Dio è quella che rende certezza una possibilità, realtà un desiderio, dono una richiesta, traguardo un cammino.
Amen.