Fraternidad cubana battista, legame da consolidare

Una collaborazione in crescita: Ucebi e le chiese battiste di Cuba rafforzano i legami di fede e speranza

Nel corso del biennio 2022-2024, la relazione dell’Ucebi (Unione cristiana evangelica battista d’Italia) con la Fraternità delle Chiese Battiste di Cuba (Fibac) si è ulteriormente arricchita di nuovi legami, allargando la partnership a rappresentanti del Consiglio delle chiese cubane (Cic) e a rappresentanti del Coordinamento battista studenti lavoratori di Cuba (Coebac).

 

L’ammissione al periodo di prova all’interno delle chiese battiste italiane della candidata pastora Dianet de la Caridad Martinez Valdés è uno dei frutti di questa collaborazione in corso che, come ci racconta il pastore Simone De Giuseppe, che ci aiuta nella traduzione dallo spagnolo, «si sta sviluppando con reciproca voglia di approfondirla e strutturarla. La presenza nel corso della nostra precedente Assemblea Generale del pastore Tony Santana e di altri rappresentanti cubani al convegno sull’Ecclesiologia nel 2023, con a seguire un tour di conoscenza di varie nostre comunità, sono tappe di questo percorso».

 

La pastora Coralia Teresa Blanco Elissalde, presidente della Fibac, durante l’assise ha ricordato come «le nostre comunità battiste condividono pressoché tutti i principi del battismo mondiale, a partire dal pastorato femminile (siamo la prima denominazione battista a Cuba che ordina le donne pastore) e l’attenzione alle tematiche di genere. A ciò si somma la nostra forte vocazione ecumenica che mi fa dire con sincera emozione che qui mi sento come a casa». La Fraternidad conta 44 comunità sull’isola caraibica, solo 6 però usufruiscono di un tempio. Tutte le altre si incontrano in casa di pastori o di famiglie. A Cuba è presente una facoltà di teologia della Chiesa presbiteriana riformata e in maniera similare a quanto accade in Italia con la Facoltà valdese, è frequentata dagli studenti e dalle studentesse delle altre chiese riformate.

 

«Cuba affronta una delle peggiori crisi della sua storia – continua la pastora Elissalde –.  Cuba è più di quello che spesso abbiamo nell’immaginario, e uomini e donne si mettono in azione per fede. Sono persone con speranza, ma non una speranza fatta di ferma attesa, ma la loro speranza è un tentativo di avanzare, costruire, non desistere. La chiesa che sogniamo è una chiesa che possa rinnovarsi perché sia acqua viva, con radici nella sua identità cubana, ma che possa anche essere un volto solidale, nella fiducia che questo nostro presente possa essere sempre migliore, ripensando anche la missione della chiesa oggi».

 

Il pastore De Giuseppe conferma e amplia il concetto: «Fra le tante stagioni di difficoltà che l’isola di Cuba ha dovuto affrontare negli ultimi decenni, questa è certamente la peggiore. Moltissimi giovani sono costretti a emigrare di fronte all’assenza di prospettive, situazione dettata da anacronistiche sanzioni commerciali. È però un Paese che non ha perso, anzi direi che vede incrementare una grande ricchezza spirituale, che vive una fede piena e arricchente. Speriamo di poter davvero sviluppare scambi a vari livelli per il bene di tutte e tutti».

 

 

Foto di Martina Caroli