Stop ai combustibili fossili
Le comunità religiose sono sollecitate dal Consiglio ecumenico delle chiese a sostenere il Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili
Nell’ambito del Summit Future Action Days del 21 settembre, il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) invita le chiese, gli individui e le organizzazioni di tutto il mondo ad approvare il Trattato per la non proliferazione. Questa iniziativa mira all’eliminazione dei combustibili fossili garantendo al tempo stesso una transizione giusta per lavoratori, comunità e paesi.
Quest’anno, dunque, nel Tempo del Creato il Cec incoraggia tutta la famiglia cristiana ad agire domani (21 settembre) in modo corale sul Trattato di Fede per la Non Proliferazione.
La Giornata d’azione mondiale, dunque, si allinea al culmine del vertice delle Nazioni Unite, offrendo così a tutta la comunità religiosa un momento forte per esprimere il proprio impegno per la pace e la giustizia.
«Approvare il Trattato di fede per la non proliferazione non è solo un atto simbolico: è una dichiarazione morale collettiva da parte delle comunità di fede del mondo», ha affermato Kenneth Mtata, direttore del programma per la diaconia e la testimonianza pubblica del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). «Invitiamo – ha proseguito – le chiese e le istituzioni ad agire con decisione aggiungendo la loro voce e la loro firma a questo trattato».
Il 28 giugno 2023, il comitato centrale del Cec ha formalmente approvato la richiesta di un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, riconoscendo che «mentre si stanno adottando alcune misure per ridurre l’impatto del cambiamento climatico, la causa principale della crisi climatica – i combustibili fossili – è stato a malapena affrontato».
Il Summit delle Future Action Days, organizzato dalle Nazioni Unite, unisce leader globali, società civile, gruppi religiosi e istituzioni, fornendo una piattaforma per modellare e attuare il Patto per il futuro, un quadro per costruire un mondo sostenibile, equo e pacifico.