La condanna del Cec per gli attentati in Libano
Un gruppo di lavoro del Consiglio ecumenico delle chiese intanto è chiamato a valutare se la politica israeliana può configurarsi come apartheid ai danni della popolazione palestinese
Il gruppo di lavoro del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) su Palestina e Israele si è riunito ad Atene dal 16 al 18 settembre, proprio nella Settimana che il Consiglio ecumenico dedica alla preghiera e alla ricerca della Pace per quell’area martoriata.
Il gruppo di lavoro è stato eletto durante la riunione del comitato esecutivo del Cec a novembre 2023, su raccomandazione dell’11a assemblea di Karlsruhe nel 2022, secondo cui il Consiglio ecumenico dovrebbe valutare se la parola “apartheid” sia appropriata per descrivere le azioni dello Stato di Israele e se la politica del Cec su Palestina e Israele sia ancora applicabile.
Il gruppo, guidato dai co-moderatori la pastora Susan Durber, presidente del Cecper l’area europea, e da Thabo Makgoba, arcivescovo anglicano sudafricano di Città del Capo, delibererà su queste questioni e presterà particolare attenzione all’attuale situazione in Palestina, offrirà raccomandazioni sulla strada da seguire al segretario generale del Cec, che poi porterà tali raccomandazioni alle strutture di governance del Consiglio ecumenico. Il gruppo di lavoro presenterà il suo primo rapporto al comitato esecutivo del Cec a novembre.
Il gruppo è stato ospitato dal Santo Sinodo della Chiesa di Grecia presso il Centro inter-ortodosso della Chiesa di Grecia nel Sacro Monastero di Pendeli.
Proprio in quelle ore il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, il pastore Jerry Pillay, ha chiesto la pace e condannato la perdita di vite innocenti a causa delle esplosioni dei cerca-persone e dei walkie-talkie che hanno colpito il Libano il 17 e il 18 settembre.
Le esplosioni, avvenute nel Libano meridionale, nella periferia meridionale di Beirut nota come Dahiyeh e nella valle orientale della Bekaa, hanno ucciso almeno 30 persone e ne hanno ferite altre oltre 4mila, centinaia delle quali in modo grave.
I resoconti hanno mostrato ambulanze che correvano attraverso la periferia meridionale della capitale Beirut, con gruppi di persone ammassate all’ingresso degli edifici per controllare le persone che conoscevano e che potevano essere state ferite.
«È con profonda preoccupazione e allarme che abbiamo ricevuto la notizia degli attacchi in Libano», ha detto Pillay. «Chiediamo urgentemente la pace di fronte a un attacco che non fa che intensificare la guerra e danneggia e uccide inutilmente civili innocenti. Stiamo pregando per tutte quelle persone che stavano conducendo la loro vita quotidiana e sono state ferite, e per coloro che stanno ancora cercando freneticamente i loro cari», ha detto.