Dieci anni di MH: un nuovo progetto sociale a Verzuolo

Intervista a  Giovanni D’Ambrosio, operatore di Mediterranean hpe e autore del podcast «Appunti di un confine»

 

Il contagio positivo delle buone pratiche: dopo “Dambe So”, ostello sociale aperto nella Piana di Gioia Tauro, prende il via una nuova iniziativa di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia,  questa volta in Piemonte.

 

Lo ha raccontato nel programma Voce delle chiese, intervistato da Daniela Grill, Giovanni D’Ambrosio, operatore di MH dal 2021 prima a Lampedusa e ora appunto nel nord Italia. È infatti appena partito vicino a Verzuolo un nuovo progetto di accoglienza per i lavoratori migranti dell’importante distretto agricolo del Saluzzese, con la firma del primo contratto di affitto e l’ingresso nell’appartamento, pochi giorni fa, del primo beneficiario. Un progetto che si pone in continuità con l’ostello solidale “Dambe So” di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro. Il progetto è finanziato soprattutto grazie ai fondi Otto per mille della Chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi.

 

Come nasce questa nuova iniziativa? «Tutto è partito dall’ascolto delle esigenze proprio degli ospiti di “Dambe So”, ormai circa quaranta, che hanno spiegato agli operatori e operatrici che alla fine della stagione agrumicola in Sicilia molti di loro si spostano nel nord per la raccolta della frutta, le due stagioni sono infatti complementari. L’idea quindi è nata un po’ da loro, da una loro esigenza di trovare una sistemazione come quella di “Dambe So”, dove si trovano bene».

 

Una buona pratica, quella calabrese, che quindi si replica in zone diverse… rispondendo anche a questioni importanti, come quella abitativa. Spiega ancora Giovanni: «Noi lo diamo un po’ per scontato, ma non avere una casa non permette di avere una stabilità personale, oltre che lavorativa. Al contrario, avere un tetto sulla testa influisce sulla stabilità psicologica e sulla proiezione verso il futuro, l’avere una progettualità. Inoltre, va considerata l’estrema difficoltà di queste persone di trovare un’abitazione, dovuta alla loro mobilità ma anche alla razzializzazione e discriminazione per la loro provenienza». Giovanni ha raccontato di persone che, pur potendo pagare un affitto, non hanno trovato nessuno che affittasse loro una casa…

Si è cominciato anche qui come a Rosarno da numeri piccoli, e con la stessa prassi di “Dambe So”, chiedendo agli ospiti un contributo spese (90 euro al mese). Questo, spiega Giovanni, permette di restituire ai lavoratori dignità, assecondando anche il movimento “naturale” che li porta in varie parti d’Italia, da Foggia a Latina, da Rosarno a Saluzzo, per la natura del settore agricolo: «L’obiettivo è fare sì che ovunque vadano, possano trovare la stessa organizzazione, le stesse regole, lo stesso tipo di accoglienza».

 

La società civile ha risposto molto bene, l’accoglienza è stata positiva e quindi ci sono buone speranze, l’appello è a trovare persone disponibili ad affittare.

Il video dell’intervista si può trovare qui sotto.

 

Giovanni D’Ambrosio ha ideato e realizzato anche il podcast «Appunti di un confine» in occasione dei dieci anni di MH, in cui ne racconta la storia, le persone che ne hanno fatto parte, sulle varie frontiere a partire da Lampedusa. Una sorta di diario per raccogliere qualcuna delle moltissime esperienze incontrate dagli operatori in questi anni; sul sito dell’agenzia stampa Nev e su Spotify si possono ascoltare le prime puntate già uscite.