Da Ventotene a Torre Pellice

Siglato il gemellaggio fra l’isola pontina, SAbaudia, Valsavarenche e la “capitale” del mondo valdese. Coinvolte anche le  reciproche istituzioni culturali

 

L’Europa è un sentimento”. Queste parole pronunciate a Ventotene da Josep Borrel, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, riassumono in qualche modo la giornata del 31 agosto scorso sull’isola pontina.

 

Borrel era a Ventotene, luogo di confino di molti dissidenti al fascismo, per l’inaugurazione del murales che è stato realizzato sul municipio della cittadina e che riporta il testo completo del Manifesto “per un’Europa libera e unita” che è alla base dell’Unione Europea e che è stato scritto nel 1941 dai confinati Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. La presenza di Borrel per il murales ha dato un risalto particolare però anche a un’altra cerimonia che pochi minuti prima si era tenuta negli spazi del Consiglio comunale e che ha coinvolto in quel caso i primi cittadini di Ventotene, Torre Pellice, Sabaudia e Valsavarenche. I sindaci di queste cittadine infatti si erano dati appuntamento proprio il 31 per siglare un patto di gemellaggio che li vede ora uniti nel segno della figura di Altiero Spinelli e del Manifesto da lui scritto con i suoi compagni.

 

L’Europa come luogo di azione e come sentire comune è stato uno dei motivi unificanti dei vari interventi dei quattro primi cittadini che hanno parlato della pace e dell’unione dei popoli come concetti chiave del loro voler lavorare insieme, così come la memoria e la trasmissione di quanto successo nel periodo del fascismo e della guerra.

 

Se da un lato Giuseppe Pepe vicesindaco di Ventotene aprendo la cerimonia ha citato Spinelli dicendo che «non basta sognare, occorre operare, agire in nome della pace e dell’unione dei popoli» dall’altro Roger Georgy sindaco di Valsavarenche in val d’Aosta ha sottolineato che «è impossibile crescere da soli. Occorre andare oltre l’individualismo e dialogare con gli altri». Per Maurizia Allisio, sindaco di Torre Pellice, il dovere verso gli altri poi è quello della memoria e del fare nel nome della crescita dell’Europa: «lo dobbiamo ai resistenti di allora, ma anche ai giovani di oggi che a loro volta hanno il dovere di guardare al futuro e farlo pensandolo migliore nel nome di quanto hanno ereditato dal passato». Anche per Alberto Mosca, sindaco di Sabaudia i valori del Manifesto di Ventotene e la figura di Spinelli, che nella città laziale ha trascorso una parte dei suoi ultimi anni, sono un’eredità importante di cui dobbiamo far tesoro e da cui dobbiamo partire.

 

Una cerimonia, quella del 31 agosto, che ha rappresentato la fine di un percorso durato poco più di un anno condotto dai quattro comuni anche se è stato detto da chi scrive queste righe «prende realmente il via ora con in programma la realizzazione di attività di studio e di incontri comuni legati al federalismo, alla democrazia e al dialogo europeo, allo sviluppo di itinerari e di attività divulgative per la diffusione e il ‘sentire’ l’Europa come un qualcosa di vivo e di presente nel nostro esserne cittadine e cittadini».

 

Per fare tutto questo, è stato spiegato, i comuni si sono dotati di un “comitato scientifico”, che ha sottoscritto a sua volta il patto, e che è composto dalla Fondazione Chanoux della Valle d’Aosta (molta parte nella realizzazione dell’accordo è da attribuire peraltro a Marco Gheller presidente della fondazione valdostana), dall’Istituto Spinelli rappresentato alla cerimonia da Mario Leone, e dalla Fondazione Centro culturale valdese presente con il suo direttore, Davide Rosso, e la sua presidente, Bruna Peyrot che ha ricordato tra l’altro il valore del Manifesto anche per la nostra Costituzione. «Ventotene – ha detto Peyrot – è simbolo di elaborazione della libertà, e ci porta a riflettere anche sul significato del dissenso».

 

Un accordo importante quello siglato dai quattro comuni e dalle tre istituzioni culturali, che non a caso è stato chiamato con terminologia federalista “patto” e non “semplicemente” gemellaggio. Un impegno a lavorare insieme per continuare a costruire strumenti di incontro e di pace e farlo, come ha detto Borrel in conclusione del proprio intervento di inaugurazione del murales «partendo dalla capitale morale dell’Unione europea».

 

«Il tutto però non può fermarsi qui – ha sottolineato Gheller – e il patto, che presto potrebbe allargarsi anche a Chivasso città già gemellata con Ventotene, mira proprio ad andare oltre, a creare luoghi e situazioni di riflessione oltre che di incontro intorno al sentire europeo». Un percorso che non può che far frutto dei contenuti del Manifesto che Spinelli, Rossi e Colorni scrissero ormai più di ottant’anni fa ma che continua a rimanere attuale e vivo.