Credere nel Dio che fa crescere

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 3, 7

 

Chi provvede il pasto al corvo quando i suoi piccini gridano a Dio e vanno peregrinando senza cibo?

Giobbe 38, 41

 

Quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!

I Corinzi 3, 7

 

 

 

L’impressione di fondo nel leggere la Prima Lettera dell’apostolo Paolo alla chiesa di Corinto è il coraggio che anima quelle parole. Ci vuole coraggio a parlare della stoltezza della croce ad una chiesa che ha fatto della sua sapienza il fiore all’occhiello del proprio modo di dare forma alla fede. Assomiglia al coraggio del Maestro di Nazaret quando denuncia la presunzione dei religiosi svelandone l’ipocrisia.

 

Un coraggio che comprendiamo sempre meno. Perché è forte la tentazione dell’elogio, o quanto meno del silenzio di fronte a chi esibisce un’eccellenza, soprattutto oggi, dove la rivendicazione della spontaneità la fa da padrona. È la spocchia degli improvvisati tuttologi a lasciarci basiti, non certo la sapienza dei Corinzi. Cosa direbbe l’apostolo di fronte allo spettacolo dell’incultura liquida? Mi immagino il suo sconcerto.

 

Ma insieme rivolgerebbe a noi, chiese del XXI secolo, un’analoga parola coraggiosa, per mettere in discussione la nostra presunta superiorità. Ci direbbe le medesime parole proposte per la meditazione odierna: «mi piacerebbe vedervi come credenti spirituali, adulti, a cui offrire cibo solido e non solo latte. Ma osservatevi: non siete così. Non siete delle chiese di perfetti; consideratevi, piuttosto, entro un processo di crescita.

 

C’è una presunzione che interrompe tale processo e suscita in chi vi guarda quei fenomeni di rifiuto che voi giudicate insipienti. Ripartite da voi, dalla cura per piantare e innaffiare, sapendo che è Dio che fa crescere. Anzi, che il Dio in cui dite di credere si qualifica proprio come il Dio che fa crescere. Chi si sente arrivato, non l’ha conosciuto. Non sentirti migliore degli altri. Fai la tua parte, ben sapendo di essere nient’altro che un servo inutile. E metti tutta la tua fede in quel Dio che opera per far crescere le sue creature, tutte, anche quelle che tu giudichi definitivamente nane». Amen.