Novanta beidane

Un nuovo studio sulle beidane di Samuele Tourn Boncoeur su novanta esemplari

Una ricerca per raccontare il passato attraverso uno strumento importante: la beidana, l’antico attrezzo agricolo a metà strada tra un machete e una roncola. Oggi quel particolare attrezzo è oggetto di studi grazie a un lavoro di ricerca del conservatore del museo del Centro culturale valdese di Torre Pellice, Samuele Tourn Boncoeur.  A ricordarlo è un articolo uscito su Torino Oggi di Elisa Rollino.

«Due a Firenze, tre a San Marino, diverse a Parigi – si legge –, senza contare le numerose beidane presenti a Torino: all’Armeria Reale, al Museo della Montagna e nei depositi degli enti museali. Per ora sono novanta gli esemplari di beidana individuati da Samuele Tourn Boncoeur, conservatore del Museo valdese di Torre Pellice. Il suo obiettivo è di arrivare ad un centinaio. Sono la base del suo studio comparatistico sull’arma da taglio simile a un machete che deriva da un attrezzo contadino e che è considerata alla stregua di un “attrezzo etnico” nel mondo valdese». La ricerca, che Tourn Boncoeur auspica di pubblicare nel 2025, è iniziata lo scorso marzo.

«L’unico studio sulla beidana ha ormai cinquant’anni e il suo autore, Giorgio Dondi, aveva potuto basarlo solo su 28 esemplari», spiega il conservatore.

Nelle sale del Museo valdese è presente la collezione più significativa di beidane composta da otto esemplari.

La beidana (usata come arma in occasione delle persecuzioni dai valdesi) è anche il nome scelto dalla rivista quadrimestrale della Società di Studi Valdesi edita dalla Fondazione Centro Culturale Valdese, nata nel 1985, con l’esigenza di occuparsi in particolare di cultura materiale.

I temi trattati sono in parte legati alla ricerca storica, ma si aprono alle più varie espressioni della cultura locale, cercando di fornire un importante strumento di informazione sulle Valli Valdesi e il Pinerolese.