Gesù, l’atteso compimento

Un giorno una parola – commento a Matteo 5, 17

 

 

Le tue testimonianze sono la mia gioia; esse sono i miei consiglieri

Salmo 119, 24

 

Gesù dice: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento

Matteo 5, 17

 

Nel passo di Matteo proposto alla nostra riflessione per oggi è Gesù stesso a definire il senso della sua venuta nel mondo. Egli, pur nella novità della sua predicazione, talvolta in contrasto con l’interpretazione tradizionale, non rappresenta una rottura ma l’atteso compimento.

 

L’idea che in Gesù Cristo si realizzi uno strappo con il passato, portata all’estremo si esprime nella convinzione che Israele sia stato da Dio rinnegato e il suo posto sia stato preso dalla Chiesa. La morte e la resurrezione di Gesù e la loro interpretazione come azione di salvezza operata da Dio, l’idea della divina figliolanza di Gesù sono certamente ciò che determina il distacco tra cristianesimo ed ebraismo. L’idea della discontinuità è rappresentata con evidenza in quelle posizioni, di origine colta o popolare, che tendevano a contrapporre Antico e Nuovo Testamento, nell’idea popolare Bibbia e Vangelo, come il libro degli Ebrei contro il libro dei Cristiani. Sappiamo bene, come evangelici, che la Bibbia, la Parola del Signore, è il corpo unico dell’Antico e del Nuovo Testamento, anche se forse siamo più pratici del Nuovo.

 

Il Salmista ci parla con enfasi della bellezza e della pienezza di una vita vissuta nella costante meditazione della Legge di Dio. Gli insegnamenti che la Legge dà sono gioia e nel contempo orientamento per un’esistenza da vivere al cospetto di Dio, sotto il suo sguardo benevolo, attento e protettivo. Godiamoci la varietà, la bellezza e i profondi insegnamenti che possiamo trarre dalla lettura dell’Antico Testamento: storie intriganti e talvolta curiose, saggezza utile per il quotidiano, poesia e ammonimenti a praticare giustizia e solidarietà nei confronti del prossimo. Il Dio di Gesù, il Padre, è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe: come cristiani siamo innestati in questa storia d’amore, liberazione e salvezza da testimoniare al mondo intero. Amen.