Gettare ogni preoccupazione su Dio
Un giorno una parola – commento a I Pietro 5, 7
Il Signore dice: «Io lo salverò; lo proteggerò, perché conosce il mio nome»
Salmo 91, 14
Gettate su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi
I Pietro 5, 7
In mezzo a tante esortazioni – all’annuncio che porta con sé esigenze etiche precise; dopo l’invito a sopportare le sofferenze che i cristiani subiscono per l’ostilità che li circonda – nell’ultima parte della lettera, troviamo, inatteso, questo invito a “gettare ogni preoccupazione su Dio”.
Gettare: sembra una parola forte; eppure è proprio la traduzione giusta del testo originale. Poiché, per seguire tutte le esortazioni che Pietro dà sul comportamento corretto del e della credente, ciò potrebbe creare uno stato di ansia, potrebbe farci pensare di non essere in grado di farcela a mettere in pratica il comportamento degno di un cristiano, di una cristiana.
E allora, ecco che Pietro ci dice di scaricare tutte le nostre ansie sulle spalle di Dio. È il Signore stesso che ci invita a farlo. In fondo, questo è un segno di umiltà da parte nostra: rendersi conto dei nostri limiti, delle nostre debolezze, potremmo pensare che è umiliante accettare questo aiuto e dover ammettere che da sole, da soli non ce la facciamo.
E invece, possiamo mettere tutti i nostri problemi, le nostre angosce, i nostri guai sulle spalle di chi può sopportare qualsiasi fardello; ciò che è troppo pesante per noi, non è troppo pesante per Dio. Perché Dio si prende cura di noi; ci è sempre vicino. Ci conosce meglio di quanto noi stessi ci conosciamo: è venuto, in Gesù Cristo, per essere nostro compagno di viaggio, per camminare al nostro fianco e sorreggerci quando stiamo per cadere.
Vuole però, da parte nostra, che prendiamo atto della nostra finitezza, della nostra pochezza. E quindi, si aspetta che noi lo invochiamo, che ci rivolgiamo sempre a Lui in preghiera, con la fiducia di chi sa che troverà aiuto e conforto, sempre. Amen.