Centro Islamico di Monfalcone. Delegazione evangelica in visita dopo ennesimo atto razzista
«Quanto avvenuto non ha alcuna giustificazione né è rappresentativo in alcun modo della predicazione cristiana»
Il 12 luglio una delegazione evangelica ha visitato il centro islamico di Monfalcone (Gorizia) in Via Duca d’Aosta per esprimere solidarietà e vicinanza.
Il motivo è che la sera del 9 luglio scorso, allo stesso centro islamico, è stata recapitata una busta anonima contenente alcune pagine del Corano bruciate e imbrattate e con una scritta offensiva.
È l’ennesimo atto di mano razzista contro le comunità islamiche di Monfalcone. La delegazione era composta da Peter Ciaccio, pastore delle chiese metodista e valdese di Trieste e membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Jens Hansen, pastore delle chiese metodiste di Udine e Gorizia, Maria Paola Gonano, sovrintendente del VII Circuito (Triveneto) delle chiese valdesi e metodiste, e Mario Colaianni, presidente del Consiglio della chiesa metodista di Gorizia. La delegazione è stata accolta da Bou Konate, presidente del Centro culturale Darus Salaam, Rejaul Haq Raju, presidente del Centro culturale Baitus Salat, e dall’imam Mizanur Rahaman. Erano presenti circa quaranta fedeli islamici, di varie età e provenienze.
Il presidente Bou Konate ha aperto l’incontro, ringraziando la delegazione per la visita e la solidarietà. «Quanto avvenuto ferisce. Vivendo da queste parti da più tempo di altri, mi ricordo ai tempi dell’Università il razzismo nei confronti degli italiani d’origine meridionale e vedo delle analogie. Purtroppo, l’essere umano sembra aver bisogno di creare un nemico, ma noi crediamo che possiamo convivere tutti nel rispetto e in pace» ha detto Konate.
Il pastore Hansen ha espresso per primo la piena solidarietà delle chiese metodiste e valdesi: «Quanto avvenuto non ha alcuna giustificazione né è rappresentativo in alcun modo della predicazione cristiana. Appena ne siamo venuti a conoscenza ci siamo organizzati per venirvi a trovare e vi ringraziamo di averci accolto in amicizia».
Mario Colaianni ha ricordato la propria partecipazione a una manifestazione a Monfalcone, in solidarietà della comunità islamica cui era stato precluso il diritto di trovarsi in preghiera. «Riconosco tra voi molti che hanno manifestato a dicembre e mi fa piacere ritrovarvi qui, nonostante le circostanze. In passato anche le nostre chiese protestanti sono state discriminate e c’era chi a Gorizia cambiava marciapiede per non passare davanti la chiesa, fino addirittura agli anni ’60. La vicinanza è totale e tra voi ci sentiamo a casa» ha affermato Colaianni.
Maria Paola Gonano ha portato la solidarietà delle chiese metodiste e valdesi del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino-Alto Adige, con queste parole: «Siamo contenti di essere venuti, perché la conoscenza reciproca è necessaria per poter proseguire un lavoro di accoglienza e di superamento di quelle barriere culturali che portano spesso a diffidare del “diverso”».
Il pastore Ciaccio ha parlato della libertà religiosa in Italia come di uno dei punti più importanti dell’azione della Federazione delle chiese evangeliche: «Per molti, se va bene, voi siete le utili braccia dei cantieri navali, ma noi cristiani sappiamo che, oltre alle braccia, c’è lo spirito di cui prendersi cura; per questo è importante che possiate vivere liberamente la vostra fede in Dio. Avremmo dovuto venire prima di questo brutto episodio. I “malvagi”, che poi spesso sono persone tristi, sole e arrabbiate col mondo, non aspettano per trovare un’occasione: anche per questo, se siamo persone di buona volontà, non dobbiamo indugiare nel ritrovarci presto per un momento di gioiosa condivisione».
In conclusione Bou Konate ha ricordato la recente visita della troupe di Protestantesimo [servizio andato in onda il 18 febbraio, n.d.r.] e ha espresso il desiderio di promuovere altri incontri con le chiese cristiane, invitando la delegazione a tornare.
Al momento formale è poi seguito un incontro informale di conoscenza tra i presenti, in particolare con i più giovani, curiosi anche delle caratteristiche del protestantesimo all’interno della più ampia fede cristiana. «Perché, sapete, a scuola non è che la Riforma te la facciano capire così bene», ha detto un ragazzo che ha appena concluso la seconda media.
Monfalcone è un comune di circa 30mila abitanti, di cui circa 9mila stranieri, la percentuale più alta in regione e tra le più alte in Italia. Da tempo le persone di fede musulmana subiscono tentativi di discriminazione. Da parte sua, la locale amministrazione si è fatta notare per provvedimenti controversi.