L’ Alleanza battista mondiale riunita in Nigeria

Confermato segretario generale il pastore Elijah Brown

 

Si concluderà domani l’incontro annuale della Alleanza battista mondiale (7-12 luglio 2024) che ha visto riuniti a Lagos (Nigeria) battisti provenienti da tutto il mondo. In programma studi biblici, aggiornamenti del ministero regionale e riflessioni in piccoli gruppi sviluppare da 14 commissioni.

 

Nel corso dei lavori è stato riconfermato per altri 5 anni il mandato di segretario generale della Bw al pastore Elijah Brown, e sono stati accolti all’unanimità dal Consiglio Generale 13 nuovi membri: l’Allenza battista mondiale arriva così a 266 Unioni e Convenzioni in 134 Paesi comprendenti 51 milioni di battezzati e 178mila chiese.

 

Ha partecipato in rappresentanza dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), l’evangelista Ivano De Gasperis, che ha seguito anche i lavori della 10a Conferenza internazionale battista sull’educazione teologica, che si è svolta dal 5 al 7 luglio, e il cui tema è stato: “Beati i costruttori di pace”. Un’occasione importante per riflettere su cosa significhi essere un pacificatore al giorno d’oggi vista dalla prospettiva di chi il conflitto lo vive da dentro.

«La pace costa, ma il costo vale. Dobbiamo essere ricercatori della pace, non solo della tranquillità personale», ha detto il pastore Samuel Reeves nel corso della sua relazione. Mentre lo storico Lee Spitzer ha richiamato la risoluzione n. 7 “Razzismo” del V Congresso mondiale battista del 1934 nella quale si condannava la discriminazione in atto verso gli ebrei: «Questo Congresso – recita la risoluzione 7 –, che rappresenta l’unione mondiale e interrazziale dei battisti, si rallegra nel sapere che, nonostante tutte le differenze di razza, c’è in Cristo un’unità che abbraccia tutto, così che in Lui si può affermare con la più profonda verità che c’è né greco né ebreo, circoncisione né incirconcisione, barbaro, sciita, schiavo né libero, ma Cristo è tutto in tutti. Questo Congresso deplora e condanna come violazione della legge di Dio Padre Celeste, ogni animosità razziale e ogni forma di oppressione o ingiusta discriminazione nei confronti degli ebrei, delle persone di colore o delle razze sottomesse in qualsiasi parte del mondo».

 

«Purtroppo – ha scritto De Gasperis in un post su Facebook – l’anelito alla pace si vede contrastato dalle testimonianze che sono state condivise. Tra le più toccanti quella del presidente dell’Unione Battista Nigeriana che ha raccontato di come una sua giovane parrocchiana sia stata lapidata con la falsa accusa di aver gettato a terra il Corano. Il suo stesso professore, musulmano, ha tentato di difenderla dalla violenza dei ragazzi fomentati da predicatori di odio. (…) Oggi siamo chiamati/e a resistere alla tentazione di lasciarci abbindolare dalla propaganda, dalla ricchezza e dalla potenza dei leader politici, economici e “spirituali” di questo mondo, svolgendo il compito profetico di chi dice la verità a favore della giustizia, affinché ci sia vera Pace! Anche a caro prezzo, senza usare violenza, come Gesù ci ha insegnato a fare». La Conferenza si è conclusa con un “Patto congregazionalista per essere agenti di pace”.

 

Mentre proseguivano i lavori dell’Incontro annuale, è giunta la notizia che i fratelli e sorelle battisti australiani hanno accolto gli ultimi membri della chiesa battista di Gaza, fuggiti dal conflitto in corso. Ufficialmente non ci sono più credenti battisti nella Striscia; anche l’Al-Ahli Baptist Hospital a Gaza è stato completamente evacuato domenica 7 luglio. Nel condividere questa notizia su FB, il past. De Gasperis ha scritto: «Preghiamo perché la guerra e le ingiustizie cessino e si possano ricostruire presto un ospedale e una chiesa in Gaza più belli di prima. Preghiamo per i parenti delle vittime di questo conflitto e impegniamoci per fermare i violenti di ogni nazione per portare consolazione a chi soffre. Padre, che sai cosa significa perdere un figlio per mano dei suoi fratelli omicidi, converti il nostro cuore malvagio e violento alla fraternità e alla pace».