La lunga e ricca storia della Val Susa

Due volumi ripercorrono le vicende della valle, dai tempi antichi all’oggi

 

La prima volta che vidi le “coppelle” fu nei boschi di San Germano Chisone (To). E la seconda volta, tanti anni dopo, fu nella “Zona archeologica romana “ di Susa: le celebri, numerose ( e misteriose) “coppelle”… Come erano già abitate e in maniera stupefacente ricche di reperti religiosi le nostre valli, a partire dal Neolitico!

 

Così quando l’amico musicista, organista, fotografo, scalatore, velista, ingegnere Pier Paolo Strona mi fece dono di questo libro- scritto con un altro ingegnere, Giacomo Augusto Pignone, cultore di storia della Valle di Susa, purtroppo mancato in era-covid- mi tuffai ingordamente nella lettura.

 

È un libro affascinante, che ripercorre in questa valle le vicende dell’umanità dai primordi, attraverso proprio i segni della sua cultura religiosa, in paesi e boschi, sui monti e nelle piane, riscoperte e narrate – con le parole e con la macchina fotografica – in una perlustrazione in coppia, a piedi, durata una decina d’anni. L’iconografia è ricchissima: stupende foto di vedute, di boschi e di monti con le luci nelle diverse ore della giornata e delle stagioni.

 

La sapevate ad esempio l’esistenza un celebre menhir sul monte Musinè? «Forse degli alpinisti l’hanno visto … Quando fu scoperto, in quello che pare fosse un antichissimo vulcano, si fantasticò persino di una sede degli Ufo…»

 

Menhir significa “pietra lunga”. È un masso di forma allungata, piantato verticalmente nel terreno. «Ma poi ci possono essere anche i “Cromlech”, cioè pietre disposte a cerchio: È uno dei tipici allineamenti possibili di serie di menhir». E ci sono i Dolmen, parola che significa “tavola di pietra” : «La funzione di questi “monumenti’ megalitici” è cultuale e/o sepolcrale (individuale o collettiva). Spesso sono stati successivamente “cristianizzati” con croci scolpite sulle loro pareti, o fatte in legno) innalzate sulla loro sommità».

 

E infine ecco  le misteriose coppelle, che possono essere di varia forma: quelle semplici, a forma di coppetta, quelle in schiera, su una roccia inclinata, collegate con un canaletto per lo scorrimento di un liquido su cui si è discusso (acqua per le purificazioni, sangue di vittime consacrate in sacrifici?).

 

Gli autori lamentano più volte, in questo loro viaggio, lo stato perlopiù di abbandono di queste “pietre sacre” (con alcune lodevoli eccezioni, come il territorio del comune di Vaie), spesse volte vandalizzate «dai soliti ineffabili “furbi”», e quindi avvertono: «Questo è il motivo per cui ovviamente, per serietà scientifica, citeremo i siti dei reperti, ma in modo piuttosto generico, in modo da scoraggiare, con la fatica della ricerca, chi ci va con spirito non adeguato. Chi invece ci va con amore e rispetto, si sobbarcherà con gioia delle belle camminate e la gioia ancor più grande della ricerca e dell’autonoma riscoperta. Eppoi saprà tacere».

 

Se invece volete esplorare le vicende della Val di Susa dalla ricca storia – in tempi più vicini e da una particolare angolatura sociale e politica- utilissima è questo ampia rievocazione in due tomi (il secondo contiene 128 biografie di personaggi politici locali) a firma di Tullio Monti – In collaborazione con Luigi Massa e Emanuela Sarti, (giornalista e assessora alla montagna, sindaca di Condove  e vicepresidente dell’Anpi di Condove- Caprie).

 

Si tratta di un lavoro amplissimo e dettagliato, costato due anni di impegno, che costituisce, come dice l’autore «una sorta di “autoanalisi” della mia vita pubblica, prima politica e poi culturale».

Ma il percorso degli anni dal 1960 al 2004 è anche un intreccio di esperienze diverse che si completano a vicenda: quella di Tullio Monti, che si definisce  «liberalsocialista, laico, libertario, garantista, federalista europeo e antitotalitario ( e in quanto tale antifascista, anticomunista e anticlericale)», e quelle dell’amico- avversario politico Luigi Massa, primo segretario Pds, deputato eletto per l’Ulivo, scomparso immaturamente nel 2021: un «duello a sinistra  -come recita il sottotitolo – ( e non solo) : percorsi paralleli di un liberalsocialista e di un comunista».

 

Impreziosiscono questa rievocazione tre prefazioni di importanti autori (Gianni Oliva, Valter Giuliano e Federico Calcagno), e tre altrettanto interessanti postfazioni (Marco Giavelli, Giorgio Brezzo e Marco Cicchelli).

 

Impossibile qui, nel breve spazio consentito da questa segnalazione ,entrare nei dettagli di quasi 500 pagine (più 380 del secondo volume). Lasciamo alla curiosità del lettore di ripercorrere questo percorso ricchissimo di dati che non è solo di vite singole, ma anche la ricostruzione, attraverso una storia “locale” ma coinvolgente, della storia in filigrana dell’intero Paese e di tutti noi.

 

  • Giacomo Augusto Pignone, Pier Paolo Strona, “Pietre sacre in Val di Susa” Neos Edizioni
  • Tullio Monti, con Luigi Massa e Emanuela Sarti, “Come eravamo – Gli anni della Politica in Valle di Susa- 1960/2004”,Officine Editoriali da Cleto,2023

 

 

 

Foto di Sbaluf: il monte Musinè