Accadde oggi, 9 luglio
9 luglio 1955, viene presentato il Manifesto per il disarmo nucleare, fortemente voluto da Albert Einstein e Bertrand Russel
«Ricordatevi della vostra umanità, e dimenticate il resto».
Così recita il Manifesto per il disarmo nucleare, fortemente voluto dallo scienziato Albert Einstein e dal filosofo Bertrand Russel, presentato per la prima volta quasi 70 anni fa, esattamente il 9 di luglio del 1955 a Londra.
Siamo in piena guerra fredda, il mondo intero è ancora alla prese con le ferite di un conflitto mondiale devastante, che si è concluso con un suggello di orrore che ha drammaticamente segnato un cambio di epoca: le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
L’era nucleare si era dunque aperta mostrando quanto spaventosamente semplice fosse sterminare intere popolazioni. E chi ne ha consapevolezza per primi sono proprio gli uomini di scienza, e fra loro il più grande e celebre della sua epoca, Einstein appunto, che vedono piegate alle ragioni della politica le proprie invenzioni e scoperte. Ancora dal testo del Manifesto:
«La gente comune, così come molti uomini al potere, ancora non ha ben compreso quali potrebbero essere le conseguenze di una guerra combattuta con armi nucleari. Si ragiona ancora in termini di città distrutte. Si sa, per esempio, che le nuove bombe sono più potenti delle precedenti e che se una bomba atomica è riuscita a distruggere Hiroshima, una bomba all’idrogeno potrebbe distruggere grandi città come Londra, New York e Mosca…. l’umanità saprà rinunciare alla guerra? È una scelta con la quale la gente non vuole confrontarsi, poiché abolire la guerra è oltremodo difficile.
Abolire la guerra richiede sgradite limitazioni alla sovranità nazionale. Ma forse ciò che maggiormente ci impedisce di comprendere pienamente la situazione è che la parola “umanità” suona vaga e astratta. Gli individui faticano a immaginare che a essere in pericolo sono loro stessi, i loro figli e nipoti e non solo una generica umanità. Faticano a comprendere che per essi stessi e per i loro cari esiste il pericolo immediato di una mortale agonia. E così credono che le guerre potranno continuare a esserci, a patto che vengano vietate le armi moderne.
Ma non è che un’illusione».
Einstein e Russell si fanno quindi promotori di questa iniziativa, di questo accorato appello agli uomini di buona volontà perché comprendano il potenziale devastante di cosa hanno in mano. Il testo viene sottoscritto da altri 11 fra scienziati e pensatori di primo piano a livello internazionale, e contiene un sollecito invito ad organizzare nel più breve tempo possibile la prima di una serie di conferenze internazionali sul tema della gestione delle armi nucleari.
La celebre chiusa del documento trascende l’oggettività dei danni che un conflitto di tal fattura genererebbe per appellarsi a valori altri e assoluti, ben consci di essere tutti davanti ad un bivio:
«Facciamo un appello come esseri umani ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticatevi del resto. Se riuscirete a farlo si aprirà la strada verso un nuovo Paradiso; se non ci riuscirete, si spalancherà dinanzi a voi il rischio di un’estinzione totale».
Einstein nel frattempo è morto nell’aprile dello stesso 1955 per cui non farà in tempo a veder pubblicato il Manifesto, ma la sua convinzione che solo una popolazione informata può avere gli strumenti per decidere di agire rimane come ammonimento per la classe politica mondiale. Che quasi sempre l’ ha disatteso.