Assange è libero

Il giornalista accusato dagli Usa per aver diffuso segreti di Stato patteggia e lascia il Regno Unito. I commenti di giornalisti e attivisti che da tempo lottano per la libertà di stampa

Julian Assange è libero e ha lasciato ieri il Regno Unito e la prigione vicino Londra dov’era incarcerato da cinque anni, lo ha annunciato ieri il sito da lui fondato, WikiLeaks, appresa la notizia dell’accordo di dichiarazione di colpevolezza raggiunto con la giustizia americana.

 

Assange per ottenere la libertà ha dovuto ammettere la sua colpa e dall’altra gli Usa hanno rinunciato all’accanimento giustizialista contro il giornalista.

 

Lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh ieri mattina 24 giugno, dopo avervi trascorso 1901 giorni, con una cauzione concessa dall’Alta corte ha raggiunto l’aeroporto di Stansted, dove si è immediatamente imbarcato su un aereo. Meta definitiva, appena possibile, sarà l’Australia.

 

«Questo è il risultato di una campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato», ha voluto specificare il sito Wikileaks. Dopo anni di isolamento ora il giornalista raggiungerà la moglie Stella Assange e i figli che hanno conosciuto il padre solo in occasione delle visite concesse.

 

Il fondatore di Wikileaks era accusato con 18 capi di imputazione e dunque a 175 anni di carcere.

 

Tanti i commenti oggi di giornalisti e attivisti che da tempo lottano per la libertà di stampa.

 

«Dopo 12 anni di persecuzione giudiziaria e di mobilitazione mondiale – scrive il giornalista Rai Nico Piro su X – Assange è libero. Resta un mostruoso monito su chiunque cerchi la verità sulle guerre e sul potere segreto».

 

E ancora il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury «Il team legale di Assange ha agito nel migliore interesse del suo cliente: in poche parole per salvargli la vita. Resta il fatto che questa persecuzione giudiziaria senza precedenti nel campo della libertà d’informazione, da parte degli Usa, non avrebbe neanche dovuto iniziare». Un risultato, come ricordato da Tiziana Ferrario, «raggiunto grazie ad attivisti e giornalisti come Stefania Maurizi». Risultato, come ricordato anche dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), ottenuto grazie alla mobilitazione internazionale, come ricorda il presidente Vittorio Di Trapani, grazie ai sit-in, ai presidi, alle fiaccolate e alla scorta mediatica.