Venga su di me la tua compassione

Un giorno una parola – commento a Salmo 119, 77

Venga su di me la tua compassione, e vivrò

Salmo 119, 77

 

Prego che il vostro amore abbondi sempre di più in conoscenza e in ogni discernimento

Filippesi 1, 9

 

«Compassione» in ebraico è rahamim, un sostantivo plurale che deriva dalla radice verbale raham (amare, aver compassione, provare tenerezza). «La nozione di misericordia o tenerezza è resa in ebraico dalla radice raham che evoca il grembo materno, rehem, e di conseguenza il movimento interiore e le emozioni provate dalla donna. Il termine ricorda l’amore e l’affetto che la donna può provare per il suo bambino. Applicandolo a Dio, [nei Salmi] principale soggetto del verbo e pressoché unico soggetto dell’aggettivo verbale rahum (= misericordioso), la Bibbia riconosce implicitamente un volto materno di Dio» (Jean-Pierre Prévost, Petit dictionnaire des Psaumes, Cahiers Evangile 71, Éditions du Cerf 1990, voce Miséricorde/Rahamim).

«Essere misericordioso è, quindi, secondo la Bibbia, una qualità specifica divina» (Gianfranco Ravasi, L’alfabeto di Dio, Edizioni San Paolo 2023, p. 137). Ma non solo nella Bibbia ebraica: anche nel Nuovo Testamento cristiano, che rende il concetto in greco con il verbo splanchnizesthai che significa «avere viscere di tenerezza misericordiosa, applicato, ad esempio, al buon Samaritano e al padre del figlio prodigo». E anche nel Corano: «È curioso notare che tutte le 114 sure del Corano (tranne la nona, frutto forse di un frazionamento) iniziano proprio con due aggettivi arabi modulati sulla stessa base linguistica di rahamim: “Nel nome di Dio misericorde misericordioso (bismillah al-rahman al-rahim”» (ibidem).

Ma, in pratica, come può venire su di me la misericordia di Dio? Lo si può intendere leggendo l’intero versetto 77 di questo Salmo interamente dedicato a celebrare la Torah (legge, insegnamento, parola) di Dio. All’implorazione «Venga su di me la tua compassione, e vivrò» segue questa motivazione: «Perché la tua legge è la mia gioia». L’amore misericordioso di Dio si manifesta in particolare nel dono della Torah, che è la «mia gioia» perché mi permette di vivere in armonia con gli esseri umani e con l’intera creazione (cfr. Romani 8), oggetto della compassione materna/paterna di Dio. Amen.