Solidarietà o favoreggiamento?
La Corte Europea di Giustizia chiamata a una sentenza che può cambiare le norme che criminalizzano la migrazione
Si è svolta ieri 18 giugno presso la Grande Camera della Corte di Giustizia del’Unione Europea un’udienza di un caso che potrebbe portare a importanti cambi in materia di leggi che criminalizzano la migrazione.
Una storia che riguarda anche l’Italia.
Intanto la Corte di Giustizia dell’UE, con sede a Lussemburgo, ha il compito di garantire il rispetto del diritto comunitario e le sue sentenze vincolano lo Stato o gli Stati a mettere in atto quanto stabilito, pena l’apertura di procedure di infrazione. Un caso recentissimo, la scorsa settimana, riguarda la maxi multa da 200 milioni di euro che la Corte ha comminato all’Ungheria per non aver adeguato le proprie politiche nazionali alle norme europee in materia di diritto di asilo, puntualmente disattese da Budapest.
Il caso in questione riguarda invece una donna congolese, vittima di violenza, fuggita dal proprio Paese con figlia di 8 anni e nipote di 13, e giunta in aereo a Bologna con documenti risultati falsi. La donna è stata quindi arrestata per aver facilitato l’ingresso irregolare in Italia delle due minori, secondo quanto previsto dall’attuale normativa nazionale per un reato punito fino a 5 anni di carcere.
Ma è anche il cosiddetto Facilitators package ad essere messo in questione. Si tratta di un pacchetto di norme che a sua volta criminalizza la facilitazione all’ingresso di persone migranti in Europa, senza distinzioni fra chi persegue fini di lucro e chi semplicemente ha cercato di entrare in un Paese e spesso si ritrova incriminato per aver guidato un gommone o aver accompagnato per l’appunto dei minori. Secondo le stime del circolo Arci “Porco Rosso” di Palermo, riportata dal sito di Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, negli ultimi 10 anni, oltre 3.200 persone migranti sono state arrestate nelle fasi successive agli sbarchi per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Persone che spesso hanno agito per salvare se stesse e altri dal rischio di naufragio o di respingimento illegale in Libia.
L’Avvocato generale della Corte Ue presenterà le sue conclusioni il 5 novembre. Poi arriverà una sentenza che potrebbe cambiare la storia del «reato di solidarietà» in ambito migratorio., nella direzione di prevedere il fine economico quale condizione per costituire un reato di favoreggiamento. Altrimenti si tratterebbe di solidarietà, e come tale non punibile.