Guardia Piemontese: memoria storica e occasione di riscatto

Il Festival delle Riforme Culturali alla sesta edizione

 

«Non possiamo permettere che eventi come l’eccidio dei valdesi vengano dimenticati o minimizzati, perché ogni vita persa in nome dell’intolleranza è una ferita aperta nella coscienza dell’umanità»; con queste parole si conclude il tema della studentessa Danila Granato, premiata al concorso letterario indetto dall’Istituto comprensivo “Gaetano Cistaro” di Guardia Piemontese (in provincia di Cosenza) in occasione della Giornata della memoria istituita dall’amministrazione comunale.

 

Una necessità di riflettere sull’eredità culturale degli avvenimenti del passato in funzione dell’impegno nell’attualità che è sostenuta con convinzione e forte partecipazione anche nel componimento dalla vincitrice del concorso, Iman Fennane, di famiglia proveniente dal Marocco: «Dobbiamo imparare a conservare la nostra fede, la tradizione, la cultura e non farle mai sminuire da nessuno, perché sono beni preziosi. Io ho vissuto situazioni come queste, perciò so che cosa vuol dire, ma chi non ha mai provato questa sensazione potrebbe non rendersene conto». La premiazione è avvenuta in apertura della terza giornata della sesta edizione del Festival delle Riforme Culturali, svoltosi nel borgo calabrese noto per il tragico epilogo della comunità valdese nel 1561.

 

Organizzata dal Centro culturale “Gian Luigi Pascale” di Guardia Piemontese in collaborazione con la rete FrancophoNéA (rete di ricerca neoaquitana sulle francofonie, costituita da sei Università pubbliche francesi), la rassegna di quest’anno (svoltasi dal 3 al 5 giugno), era intitolata Ritrovare la fraternità universale, coltivare l’equilibrio del circostante, innovare guardando lontano. Ponendo l’accento sull’impegno personale in relazione con azioni locali ma in prospettiva globale, nelle intenzioni degli organizzatori il festival non è inteso come evento mediatico, ma come occasione di incontro fra persone impegnate nella salvaguardia delle culture cosiddette “di minoranza”, coscienti del loro ruolo di componenti significative e portatrici di differenti modi di vedere il mondo e di agire nella società, attente al senso di comunità e al dialogo come elemento costruttore di fraternità.

 

In questa cornice, sono risultate utili al dibattito la presentazione di esperienze sul territorio guardiolo e calabrese (l’esperienza didattica degli istituti scolastici di Guardia, Cetraro, Cosenza, Paola e Scalea, in parallelo con quella della scuola immersiva di occitano La Calandreta nella Nuova Aquitania; i percorsi sui “sentieri valdesi” in collaborazione con il Cai di Verbicaro e Cosenza; gli spettacoli teatrali e musicali della Compagnia Teatrale BA17 da Lamezia Terme, di Alberto Coral da Torino e di altri musicisti e cantanti calabresi), insieme ad altre geograficamente lontanissime, come lo studio sulla comunità linguistica della popolazione guarani nel Mato Grosso do Sul (Brasile).

 

Altri momenti significativi hanno toccato il tema della diversità confessionale (nei tre dibattiti su «Pace e dialogo interculturale», con Gianni Genre, Fulvio Delle Donne e Giovanni Agresti; «Pensare con la propria testa: eretici sempre», con la cantastorie Francesca Prestia, lo scrittore Claudio Ciarlo e il regista e sceneggiatore Fredo Valla; quello conclusivo in occasione della Giornata della memoria e degli 850 anni del movimento valdese) e dell’impegno delle chiese nei confronti degli “ultimi” della Terra e della salvaguardia del Creato (con il pastore Jens Hansen e il parroco Ernesto Piraino).

 

La condivisione di queste occasioni di confronto, così come l’organizzazione del Festival è possibile, anno dopo anno, grazie all’impegno dei volontari e delle volontarie del Centro culturale “Gian Luigi Pascale”, che danno vita al Museo valdese: luogo di presentazione della storia dei valdesi e della lingua occitana; di recupero delle pratiche di confezione dell’abito guardiolo con il laboratorio tessile; ma soprattutto di partecipazione attiva e forma di aggregazione sociale per gli abitanti di un borgo che, come tanti altri della costa e dell’entroterra cosentino rischia di essere del tutto svuotato e abbandonato, senza giovani che vogliano ancora mantenerlo in vita. A fronte di questo impegno, fondamentale è il sostegno della Chiesa valdese (all’intera manifestazione ha partecipato la moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta) e dei finanziamenti Otto per mille, che in questo modo riconoscono alla comunità guardiola non soltanto un ruolo nella conservazione della memoria del tragico passato, ma anche un’occasione di riscatto nel presente.