Juneteenth, la festa per la fine della schiavitù

Negli Stati Uniti il 19 giugno dal 2021 è festività nazionale. Le celebrazioni nelle chiese

 

 

Il 19 giugno 1865 le truppe unioniste guidate dal generale Gordon Granger arrivano a Galveston, nel profondo Texas, cittadina affacciata sul golfo del Messico. La guerra civile statunitense è finita da poco più di un mese, mentre il proclama del presidente Abramo Lincoln che abolisce la schiavitù porta la data di due anni e mezzo prima, Primo gennaio 1863. Ma non è stato possibile portare ovunque con tempestività il messaggio, soprattutto a causa del conflitto in corso.

 

Così mentre alcuni Stati già avevano liberato gli schiavi, altrove tutto procedeva come nulla fosse. Quel 19 giugno i soldati leggono il testo di Lincoln, l’Emancipation Proclamation, e chiedono all’amministrazione che vengano concesse le libertà agli ormai ex schiavi.

 

È lo sconvolgimento per donne e uomini che ora dopo secoli possono essere artefici del proprio destino personale. Così il 19 giugno, juin nineteen in inglese, diventa subito una crasi dello slang, e si trasforma in Juneteenth, e da allora sarà per sempre il giorno della Liberazione dei neri, il Freedom Day delle popolazioni schiave d’America.

Tre anni fa, il 19 giugno 2021, rendendo il 19 giugno l’undicesima festa federale, il presidente Joe Biden poteva dichiarare che «tutti gli americani possono sentire il potere di questo giorno e imparare dalla nostra storia, celebrare i progressi e vedere la distanza percorsa», ha affermato Biden.

 

Il 2 agosto 2021 è stato istituito presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite il Forum permanente delle persone di discendenza africana delle Nazioni Unite. È stato istituito come »un meccanismo consultivo per le persone di discendenza africana e altre parti interessate rilevanti come piattaforma per migliorare la sicurezza, la qualità della vita e i mezzi di sussistenza delle persone di discendenza africana».

 

«Entrambi gli eventi di portata storica incoraggiano il nostro ricordo non solo della schiavitù dei popoli africani negli Stati Uniti e nel mondo, ma ci ricordano anche le sfide storiche che sono ancora con noi oggi – ha commentato Angelique Walker-Smith, pastora battista, presidente dell’area nord americana del Consiglio ecumenico delle chiese e parte dello staff nazionale dell’organizzazione umanitaria “Bread for the World”, “Pane per il mondo”- . Tuttavia, riforme e riconoscimenti come questi non hanno raggiunto l’obiettivo di una vita sostenibile che includa sicurezza e sovranità alimentare, giustizia economica, piena occupazione, non violenza e comunità stabili dal punto di vista ambientale. 

 

Dal periodo della schiavitù, le politiche e le pratiche discriminatorie continuano a contribuire alla vita insostenibile di un numero sproporzionato di popoli africani che dispongono di minori risorse finanziarie, come risparmi o proprietà, rispetto alle loro controparti bianche. Ad esempio, a partire dal 2020, il divario di ricchezza razziale ha mostrato che le famiglie bianche hanno un patrimonio familiare netto medio di $ 147.000 mentre le famiglie nere hanno un patrimonio familiare netto medio di $ 3.600 negli Stati Uniti.La famiglia media bianca negli Stati Uniti possiede 41 volte più ricchezza della famiglia media nera».

 

Una celebrazione quella del 19 giugno che anche le chiese ricordano e festeggiano a dovere in tutta la nazione, in particolare in Texas, in Alabama, in Georgia. La Chiesa metodista Unita è fra i principali artefici di momenti di preghiera e riflessione a partire dal festival organizzato a Lanett, in Alabama e che accoglie in media almeno dieci mila partecipanti ed è uno dei momenti più attesi dalla comunità locale. Il festival si svolge proprio negli ampi giardini della locale comunità metodista, che vede questa giornata come un’opportunità per ricordare i valori della comunione, dell’integrazione e per rinnovare anche alle nuove generazioni le promesse che vennero fatte allora e che ora vengono tradite in varie modalità, dai nuovi schiavismi di fatto ai bandi che vietano lo spostamento delle persone fra le nazioni. Pericolose ricadute verso un passato buio che la chiesa metodista vuole contribuire a evitare.