Battisti del sud. Ancora vuoto il database online sugli autori di abusi
La Southern Baptist Convention ha dato mandato di creare il sito Ministry Check ma finora non ha finanziato il lavoro di verifica dei nomi
La Abuse Reform Implementation Task Force (ARITF), task force volontaria della Southern Baptist Convention incaricata di attuare le riforme sugli abusi nella più grande denominazione protestante degli Usa, termina questa settimana il suo lavoro senza che un solo nome venga pubblicato su un database degli autori di abusi.
Per la seconda volta il database sui pastori violenti è stato boicottato da indifferenza, da preoccupazioni legali e dal desiderio di proteggere le donazioni che sostengono i programmi missionari della Southern Baptist Convention: è quanto denunciano i leader della ARITF.
«Il processo è stato più difficile di quanto avremmo potuto immaginare», si legge nel rapporto pubblicato martedì 4 giugno. «E in verità, abbiamo fatto meno progressi di quanto desiderassimo a causa della miriade di ostacoli e sfide che abbiamo incontrato nel corso del nostro lavoro».
Ad oggi, sul sito web Ministry Check, progettato per tenere traccia dei pastori violenti, non compaiono nomi, nonostante il mandato dei Battisti del Sud di creare il database. Il gruppo di lavoro inoltre non ha trovato una sede permanente o finanziamenti per le riforme sugli abusi.
A causa delle preoccupazioni sulla responsabilità del database, la task force ha creato un’organizzazione no-profit separata per supervisionare il sito web Ministry Check, nota come Comitato di risposta agli abusi (ARC), che non è stata in grado di pubblicare alcun nome a causa delle obiezioni sollevate dai leader della SBC.
«Al momento, l’ARC si è assicurata numerose offerte assicurative a prezzi accessibili e ha completato con successo il controllo e la revisione legale di quasi 100 nomi da includere sul sito Ministry Check, con nomi aggiuntivi da controllare in attesa del lancio del sito web», si legge ancora nella relazione della task force.
Josh Wester, pastore della Carolina del Nord che presiede l’ARITF, ha affermato che il Comitato di risposta agli abusi, i cui leader includono quattro membri della task force, potrebbe pubblicare in modo indipendente i nomi su Ministry Check in futuro, ma vuole fare uno sforzo in buona fede per affrontare le preoccupazioni del Comitato esecutivo.
I leader della task force affermano di aver raccolto 75.000 dollari al di fuori della SBC per verificare i nomi iniziali degli autori di abusi. Tale elenco comprende nomi di autori di reati sessuali che sono stati condannati per abusi in un tribunale penale o che hanno avuto una sentenza civile contro di loro.
«Fino ad oggi, la SBC non ha contribuito con alcun finanziamento alla verifica dei nomi per il Ministry Check», si legge in una nota a piè di pagina nel rapporto della task force.
All’inizio di quest’anno, la Commissione per l’etica e la libertà religiosa della SBC ha stanziato a favore dell’ARITF 250.000 dollari per la riforma sugli abusi. Il pastore Wester spera che questi fondi vengano messi a disposizione dell’ARC per il sito Ministry Check. I due comitati missionari della SBC hanno promesso quasi 4 milioni di dollari per assistere le chiese nella risposta agli abusi, ma hanno affermato che nessuna parte di quel denaro può essere donata all’ARC.
«Perché un’organizzazione da un miliardo di dollari non riesce a trovare le risorse per farlo?», ha chiesto Christa Brown, sopravvissuta agli abusi e attivista, che per anni ha gestito un elenco di molestatori battisti condannati su un sito web, StopBaptistPredators.org, che raccoglieva storie su casi di abuso.
Brown vede la mancanza di progressi sulle riforme come parte di un modello più ampio della SBC. «All’istituzione non importa», ha detto. «Se gli importasse, metterebbe soldi e risorse a sostegno di tutto questo. Ma non è stato così, e non è così da anni».
I leader della SBC hanno cercato a lungo di proteggere la denominazione e soprattutto le centinaia di milioni di dollari donati ai comitati missionari battisti del sud e ad altre entità dalle responsabilità per abusi sessuali. La denominazione da 12,9 milioni di membri non ha alcun controllo diretto sulle chiese o organizzazioni membro che si governano autonomamente (principio congregazionalista): così un’istituzione da un miliardo di dollari in realtà esiste in pochi giorni di giugno, quando la SBC si ritrova per la riunione annuale. Di conseguenza, la riforma sugli abusi è stata lasciata nelle mani di volontari, come quelli della task force, a cui mancano l’autorità e le risorse per completare il loro compito.
Nell’ambito del suo rapporto, l’ARITF raccomanda di chiedere durante l’incontro annuale della SBC ai rappresentanti delle chiese locali, noti come messaggeri, se sostengono ancora le riforme sugli abusi come il database Ministry Check. La task force raccomanda inoltre che al Comitato esecutivo della SBC venga assegnato il compito di capire come attuare tali riforme, e che i messaggeri autorizzino i finanziamenti per portare a termine il lavoro.
I messaggeri avranno la possibilità di votare tali raccomandazioni durante l’incontro annuale della SBC, in programma dall’11 al 12 giugno a Indianapolis. Il rapporto della task force segnala almeno un successo: durante l’incontro annuale che comincia oggi, i messaggeri riceveranno copie del nuovo materiale, noto come “The Essentials”, progettato per fare formazione su come prevenire e rispondere agli abusi.
Questa è la seconda volta negli ultimi 16 anni che i tentativi di creare un database di pastori battisti del sud che hanno compiuto abusi falliscono. Nel 2007, indignati per le notizie di pastori violenti e preoccupati che i loro leader non stessero facendo nulla al riguardo, i battisti del sud chiesero al Comitato della SBC di creare un database di pastori violenti per assicurarsi che nessun molestatore potesse colpire due volte. Un anno dopo, durante l’incontro annuale a Indianapolis, i leader della SBC risposero che l’elenco era ritenuto “impossibile”.
Poiché non esiste un elenco confessionale di pastori violenti, i membri della chiesa locale devono arrangiarsi da soli quando rispondono agli abusi, hanno detto Dominique e Megan Benninger, ex battisti del sud che gestiscono Baptistaccountability.org, un sito web che raccoglie notizie sugli autori di abusi che appartengono al battismo. La coppia ha aperto il sito web dopo che l’ex pastore della loro chiesa SBC in Pennsylvania – estromesso quando la congregazione apprese della sua precedente condanna per abuso sessuale – cominciò a predicare in un’altra chiesa.
«Il nostro obiettivo è condividere le informazioni in modo che le persone possano decidere se una chiesa è sicura o meno», ha affermato Dominique Benninger.
Il sito dei Benninger è diventato un database di informazioni di terzi, protetto dalle stesse leggi federali che proteggono altri servizi informatici interattivi, come Facebook. I Benninger non conducono alcuna indagine ma aggregano invece le informazioni disponibili al pubblico per rendere più facile per i membri della chiesa scoprire gli autori degli abusi. Questo tipo di informazioni sono necessarie, dicono, affinché i membri della chiesa possano prendere decisioni informate.
Purtroppo, il lavoro dei Benninger recentemente si è fermato in quanto Megan è in cura per un cancro. Ci si chiede chi riuscirà a colmare il vuoto nel caso in cui il database proposto dalla SBC fallisca.