Sea-Eye vince in tribunale contro l’Italia

Il giudice dichiara illegittima del fermo amministrativo di 60 giorni dello scorso marzo 2024

 

Nell’udienza del 5 giugno 2024, il tribunale di Reggio Calabria ha dato ragione alla causa intentata da Sea-Eye e.V. e ha dichiarato illegittimo il fermo di 60 giorni della nave SEA-EYE 4 nel marzo 2024. Fermo avvenuto in base al decreto legge n. 1/2023, convertito in Legge n. 15/2023 (più noto come “Decreto Piantedosi”, che fra i vari aspetti criticati impone alle navi di contattare il centro di controllo italiano immediatamente dopo un salvataggio e di farsi assegnare un porto senza rispondere a ulteriori richieste di soccorso, svuotando di fatto il Mediterraneo centrale di mezzi di soccorso vitali).

 

Il giudice ha ritenuto non provate le accuse secondo cui l’equipaggio della nave non avrebbe seguito le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica ed ha quindi confermato che le operazioni di salvataggio in mare da parte della SEA-EYE 4 sono sempre state doverose e corrette in base alla pertinente la normativa internazionale.

 

«I fatti contestati all’ong sono indimostrati o lo sono in modo assai contraddittorio, all’esito di un’istruttoria che appare incompleta e fondantesi su un unico atto, una email di sette righe, inviato dall’Autorità libica» recita il testo dei togati.

 

Come sottolinea il sito di Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, «La sentenza, giunta in brevissimo tempo, fornisce un importante quadro di analisi della normativa vigente in materia, rigettando tutte le tesi delle autorità italiane in quanto palesemente infondate o non provate».

 

«Questa pronuncia fornisce giustizia rispetto alle attività di soccorso in mare messe in campo dalle organizzazioni della società civile, oltre che interessanti spunti di riflessione giuridica e sulle modalità con le quali le autorità italiane utilizzano le informazioni ricevute dalla cd. guardia costiera libica allo scopo di limitare le capacità di soccorso delle persone nel Mare Mediterraneo» prosegue Asgi.

 

Si è trattato del più lungo fermo di una nave da quando la norma Piantedosi è entrata in vigore.

 

Nel corso dell’ultimo anno, da giugno 2023 a giugno 2024, la sola Sea-Eye 4 è stata trattenuta in Italia per un totale di 120 giorni. Come ricorda il portale MeltingPot «L’organizzazione per questo ha già intentato diverse cause contro questi fermi ritenuti illegali che comportano dispendio di energie e denaro, ma i tempi delle decisioni dei tribunali sono molto lunghi. Altre 5 cause giudiziarie sono attualmente in corso. La prossima udienza per uno dei procedimenti in corso si terrà il 20 giugno: il caso riguarda la detenzione della Alan Kurdi, avvenuta oltre cinque anni fa. La nave di salvataggio è stata impiegata dall’organizzazione prima della attuale Sea-Eye 4 e ha salvato un totale di 927 persone in difficoltà in mare tra il 2018 e il 2021».

 

La SEA-EYE 4 appartiene all’organizzazione di salvataggio in mare Sea-Eye e.V, che gestisce anche la nave stessa.

L’ampia coalizione tedesca “United4Rescue”, che vede molto attiva la Chiesa evangelica in Germania (Ekd), insieme ad altre 800 associazioni e gruppi tedeschi (cattolici, ebraici, islamici, culturali ,sportivi , aziendali ecc) è stata determinante nell’acquisto e nella ristrutturazione della nave.

 

La SEA-EYE 4 è stata costruita nel 1972 presso la Scheepswerf Pattje nei Paesi Bassi come nave da rifornimento offshore per una compagnia di navigazione norvegese. Nel corso della sua storia ha cambiato più volte proprietario e nome. Più recentemente, la nave è stata chiamata Wind Express prima di essere acquistata dall’associazione Sea-Eye e.V. alla fine del 2020 e battezzata “SEA-EYE 4” nel febbraio 2021. La nave ha effettuato la sua prima missione di salvataggio nel maggio 2021 e ora naviga sotto bandiera tedesca.

 

Grazie a migliaia di donazioni, United4Rescue è riuscita non solo a finanziare in modo significativo l’acquisto e la conversione con un totale di 857.000 euro, ma anche a rendere possibili le prime missioni della SEA-EYE 4. Con altri 425.500 euro, United4Rescue ha reso possibili anche le missioni di salvataggio nel 2021 e nel 2022.

 

La SEA-EYE 4 è dotata di un’infermeria e di due imbarcazioni di salvataggio veloci per portare a bordo i rifugiati e fornire loro assistenza medica. Anche le attrezzature elettriche e nautiche della nave, gli alloggi e molto altro sono stati adattati all’importante compito di nave di soccorso. I due gommoni vengono calati in acqua in modo rapido e sicuro con l’ausilio di gru quando necessario.

 

Sea-Eye e. V. è stata fondata a Ratisbona, in Germania, nel 2015 e da allora salva persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Ad oggi, un totale di oltre 1.000 membri volontari dell’equipaggio Sea-Eye ha preso parte al salvataggio di oltre 17.000 persone.

 

«La sentenza di Reggio Calabria è una vittoria significativa per noi – e per tutte le altre organizzazioni di soccorso in mare. Dimostra chiaramente che il fermo di navi di soccorso civili è un abuso dei poteri dello Stato. Ora abbiamo urgentemente bisogno del sostegno politico del governo tedesco, perché anche l’Italia sta ignorando i diritti del nostro Stato di bandiera con i suoi fermi illegittimi di navi di soccorso tedesche. Esortiamo i ministeri responsabili a cogliere la sentenza come un’opportunità per fare una campagna per porre fine a questa pratica in Italia», afferma Gorden Isler, presidente di Sea-Eye e.V.

 

La SEA-EYE 4 era stata l’unica nave sottoposta all’applicazione della recidiva in base dal decreto Piantedosi. La norma prevede tre livelli di sanzioni: un fermo di 20 giorni, poi di 60 e, alla terza violazione, la confisca del mezzo.